Cercasi editore serio che pubblichi gli Abbozzetti riveduti corretti e ampliati
mercoledì 4 novembre 2015
giovedì 15 ottobre 2015
schiuma di mare
Mi sedetti sulla poltrona di pelle nera, era comoda, distesi braccia e mani, era morbida al tatto, l'odore della pelle, della vernice, mi colpì, e vidi un uomo venirmi incontro, teneva una grossa pelle beige sotto il braccio, ti va di vedere il colore? disse, mi passò davanti,
distese la pelle nella cabina luce, accesi la lampada diurna e poi quella a fluorescenza,
hai controllato il metamerismo quando hai preparato il colore? Non era una domanda di Giuliano, era una formula propiziatoria che si adoperava sempre quando si faceva la verifica della pelle di prova prima di mandare il produzione l'intero lotto.
Buttai con un ampio ma lento movimento del braccio il campione sulla pelle beige, quasi bianca, ma rimasi sorpreso, il campione , di un bel colore azzurro mare risaltava parecchio in mezzo a tutto quel bianco.
Cos'è successo, esclamai, sul fusto c'era scritto "schiuma di mare" e quello è il colore del lotto, disse Giuliano, e mi mostrò la scheda di produzione del lotto.
A questo punto volsi lo sguardo severo sul mio aiutante, un giovane dall'aspetto di un bambino, le guance paffute e gli occhiali dalle spesse lenti , così spesse che non riuscivo mai a capire come facesse a pesare le decine di formule colore che gli davo tutto il santo giorno , a etichettare i fusti, fare l'inventario del magazzino senza sbagliare mai.
Mi guardò imbarazzato, era rigido, teneva le mani nelle tasche del camice ma il rumore delle penne e dei pennarelli che sfregava in continuazione mi era alquanto molesto.
distese la pelle nella cabina luce, accesi la lampada diurna e poi quella a fluorescenza,
hai controllato il metamerismo quando hai preparato il colore? Non era una domanda di Giuliano, era una formula propiziatoria che si adoperava sempre quando si faceva la verifica della pelle di prova prima di mandare il produzione l'intero lotto.
Buttai con un ampio ma lento movimento del braccio il campione sulla pelle beige, quasi bianca, ma rimasi sorpreso, il campione , di un bel colore azzurro mare risaltava parecchio in mezzo a tutto quel bianco.
Cos'è successo, esclamai, sul fusto c'era scritto "schiuma di mare" e quello è il colore del lotto, disse Giuliano, e mi mostrò la scheda di produzione del lotto.
A questo punto volsi lo sguardo severo sul mio aiutante, un giovane dall'aspetto di un bambino, le guance paffute e gli occhiali dalle spesse lenti , così spesse che non riuscivo mai a capire come facesse a pesare le decine di formule colore che gli davo tutto il santo giorno , a etichettare i fusti, fare l'inventario del magazzino senza sbagliare mai.
Mi guardò imbarazzato, era rigido, teneva le mani nelle tasche del camice ma il rumore delle penne e dei pennarelli che sfregava in continuazione mi era alquanto molesto.
martedì 29 settembre 2015
Gigio, il gorgonzola, gli incisivi ed il randello
Ogni volta che scopro che rosicchi il gorgonzola di nascosto ti becchi una randellata sugli incisivi.
Il concetto non ti è chiaro?
No
Ah nooo? E allora ti faccio un disegnino;
Qui c'è la tua bocca, mi segui?
Sì
Colle dita della mano ti sollevo il mento,
apri la bocca e mostri gli incisivi, sporgenti e un po' distanti e di là c'è il randello, lo tengo coll'altra mano e lo agito nell'aria.
Sei pronto?
Si!
Bene, adesso parte il colpo...
Ahi!
Il concetto non ti è chiaro?
No
Ah nooo? E allora ti faccio un disegnino;
Qui c'è la tua bocca, mi segui?
Sì
Colle dita della mano ti sollevo il mento,
apri la bocca e mostri gli incisivi, sporgenti e un po' distanti e di là c'è il randello, lo tengo coll'altra mano e lo agito nell'aria.
Sei pronto?
Si!
Bene, adesso parte il colpo...
Ahi!
mercoledì 23 settembre 2015
la nuda roccia
Le ho scritto, quattro volte o quarantaquattro volte, ma lei non ha mai risposto.
Lei è sempre lì, in quella sperduta bettola in cima alla montagna e ascolta il fragore delle onde che si schiantano sulla nuda roccia.
Allora sorride, spalanca esageratamente la bella bocca e fissa collo sguardo un punto che lei soltanto vede.
Ogni tanto porge lo scontrino a qualche sperduto avventore, ogni tanto ricevi il resto.
Lei è sempre lì, in quella sperduta bettola in cima alla montagna e ascolta il fragore delle onde che si schiantano sulla nuda roccia.
Allora sorride, spalanca esageratamente la bella bocca e fissa collo sguardo un punto che lei soltanto vede.
Ogni tanto porge lo scontrino a qualche sperduto avventore, ogni tanto ricevi il resto.
la strega dormiva
Sollevai il lenzuolo, la strega dormiva, di fianco, era nuda la guancia posava sulle mani, le gambe affusolate erano leggermente piegate,
il mio sguardo la fece voltare, vedevo il pube coi peli arricciati, sentivo il respiro dei seni.
La strega allargò le braccia, teneva gli occhi chiusi:
- Vieni, entra nel mio sogno, in due è più dolce sognare
il mio sguardo la fece voltare, vedevo il pube coi peli arricciati, sentivo il respiro dei seni.
La strega allargò le braccia, teneva gli occhi chiusi:
- Vieni, entra nel mio sogno, in due è più dolce sognare
venerdì 18 settembre 2015
scia
" un sogno vissuto non è il sogno raccontato" , ho detto stamattina alla mia migliore amica.
Lei mi ha guardato un'attimo con gli occhi spalancati come non capisse , ha abbassato gli occhi, si è accesa un sigaro, ha fatto un lungo tiro ( ha tirato mezzo sigaro).
Poi ha espulso il fumo , la lunga scia di fumo ha attraversato la stanza , è uscita dalla finestra, si è dispersa nell'aria.
Com'è limpida l'aria questa mattina, i tordi cinguettano nel cielo azzurro, davanti alla finestra (e` al terzo piano) si vedono casette colorate addossate all'argine del fiume, dietro, i profili ondulati delle colline. Sotto la finestra si odono le urla dei bambini, di quando in quando una palla sale davanti alla finestra, poi ridiscende.
" un sogno se non puoi raccontarlo, dopo averlo ricordato, non esiste affatto".
è il suono della voce della mia migliore amica , ma il senso di ciò che dice mi sfugge totalmente.
Lei mi ha guardato un'attimo con gli occhi spalancati come non capisse , ha abbassato gli occhi, si è accesa un sigaro, ha fatto un lungo tiro ( ha tirato mezzo sigaro).
Poi ha espulso il fumo , la lunga scia di fumo ha attraversato la stanza , è uscita dalla finestra, si è dispersa nell'aria.
Com'è limpida l'aria questa mattina, i tordi cinguettano nel cielo azzurro, davanti alla finestra (e` al terzo piano) si vedono casette colorate addossate all'argine del fiume, dietro, i profili ondulati delle colline. Sotto la finestra si odono le urla dei bambini, di quando in quando una palla sale davanti alla finestra, poi ridiscende.
" un sogno se non puoi raccontarlo, dopo averlo ricordato, non esiste affatto".
è il suono della voce della mia migliore amica , ma il senso di ciò che dice mi sfugge totalmente.
giovedì 3 settembre 2015
Era una fitta boscaglia...
Era una fitta boscaglia, il fogliame basso degli alberi impediva la vista, mani di donna colle unghie curate separavano da parte a parte il fogliame, si aprì un varco e comparve una casa, il fumo usciva dal caminetto, i rintocchi del pugno della donna risuonarono sulla porta.
La porta si aprì, uscì un gruppetto di nani colla barbetta e il naso a patata.
Sono cappuccetto rosso, così disse la donna, la mia nonnina alloggia alla locanda dei sette nani, non è questa la locanda dei sette nani?
Questa non è una locanda, rispose burbero il nano che sembrava il più autorevole del gruppo, ma poi sembrò ricordarsi di qualcosa, sorrise e disse:
È vero, la sua nonnina alloggia qui da noi, si accomodi dove vuole, non dovrà aspettare molto tempo.
Il nano si allontanò e ritornò quasi subito in compagnia di un signore col camice bianco.
Aveva appeso al collo uno strumento che cominciò a poggiare sul petto dei nani che a loro volta avevano sollevato le magliette o sbottonato le camicie. Ascoltava il battito del cuore dei nani. Poi si avvicinò a cappuccetto rosso, dal bel decolte` emergevano i seni rigogliosi, il dottore poggiò lo strumento, il respiro era profondo, i seni di cappuccetto rosso si abbassavano e si sollevavano.
Poi si mise a leccarla sul collo, questo dottore aveva il respiro sibilante e, cosa alquanto sospetta, una lunga coda pelosa che fuoriusciva da sotto il camice.
La porta si aprì, uscì un gruppetto di nani colla barbetta e il naso a patata.
Sono cappuccetto rosso, così disse la donna, la mia nonnina alloggia alla locanda dei sette nani, non è questa la locanda dei sette nani?
Questa non è una locanda, rispose burbero il nano che sembrava il più autorevole del gruppo, ma poi sembrò ricordarsi di qualcosa, sorrise e disse:
È vero, la sua nonnina alloggia qui da noi, si accomodi dove vuole, non dovrà aspettare molto tempo.
Il nano si allontanò e ritornò quasi subito in compagnia di un signore col camice bianco.
Aveva appeso al collo uno strumento che cominciò a poggiare sul petto dei nani che a loro volta avevano sollevato le magliette o sbottonato le camicie. Ascoltava il battito del cuore dei nani. Poi si avvicinò a cappuccetto rosso, dal bel decolte` emergevano i seni rigogliosi, il dottore poggiò lo strumento, il respiro era profondo, i seni di cappuccetto rosso si abbassavano e si sollevavano.
Poi si mise a leccarla sul collo, questo dottore aveva il respiro sibilante e, cosa alquanto sospetta, una lunga coda pelosa che fuoriusciva da sotto il camice.
mercoledì 2 settembre 2015
la principessa a braccetto del principe...
La principessa a braccetto del principe muoveva un passo dopo l'altro sulla lunga via pedonale. I passanti si addossavano ai lati della via per non intralciare il passaggio della coppia regale. Videro una grande insegna luminosa che contornava alla maniera d'un arco un portone massiccio. C'era scritto: il castello incantato. Il portone si apriva, dall'interno veniva un luce bluastra che sfumava in un dolce lamento.
La principessa strinse forte la mano del principe , tese l'orecchio...
La principessa strinse forte la mano del principe , tese l'orecchio...
erano due cavalieri...
Erano due cavalieri nella loro pesante armatura.
Si sedettero al tavolo di un bar all'aperto. Posarono l'elmo sul tavolo, i loro visi erano sudati, faceva caldo . Chiamarono il cameriere che arrivò al volo, i pennacchi dalle alte piume lo fecero starnutire, si soffiò il naso, poi ascoltò le richieste dei cavalieri.
Si sedettero al tavolo di un bar all'aperto. Posarono l'elmo sul tavolo, i loro visi erano sudati, faceva caldo . Chiamarono il cameriere che arrivò al volo, i pennacchi dalle alte piume lo fecero starnutire, si soffiò il naso, poi ascoltò le richieste dei cavalieri.
martedì 1 settembre 2015
il portiere gli porse le chiavi...
Il portiere gli porse le chiavi, salirono le scale, i fianchi della donna ondeggiavano, l'uomo si affrettò ad aprire la camera (era al primo piano)
la donna gli venne incontro, entrarono, venne accesa la luce, dentro, un grande letto color panna, dalla finestra venivano le grida dei gabbiani , si accostarono alla finestra, le onde si infrangevano sulla scogliera profonda , l'uomo le strinse il bacino, la bacio`... le stelle luccicavano nel cielo, si tuffavano nel mare che scintillava e confondeva tutti i sensi
la donna gli venne incontro, entrarono, venne accesa la luce, dentro, un grande letto color panna, dalla finestra venivano le grida dei gabbiani , si accostarono alla finestra, le onde si infrangevano sulla scogliera profonda , l'uomo le strinse il bacino, la bacio`... le stelle luccicavano nel cielo, si tuffavano nel mare che scintillava e confondeva tutti i sensi
Gossip again
Gambe attraversano la via pedonale
Corpi sformati, flessuosi di donne
Incedono come modelle
Sopra una passerella
Naturale
Corpi sformati, flessuosi di donne
Incedono come modelle
Sopra una passerella
Naturale
V.G.
E` la lunga via pedonale, passanti che vanno e che vengono, ci sono bar a destra e a sinistra, due file sterminate di bar, nessun cliente entra o esce dai bar eppure i bar risultano affollati.
C'è chi prende il caffè, chi il cappuccio o il cornetto
C'è chi prende il caffè, chi il cappuccio o il cornetto
Gossip
Seduto al tavolo di un bar all'aperto, ci sono tre uomini seduti al tavolo accanto, uno parla animatamente e gesticola, gli altri due, il gomito poggiato sul tavolo, la mano sul mento, ascoltano e annuiscono. Uno dei due libera la mano dal mento, stira le braccia, fa un largo sorriso, come se volesse smuovere la mascella
slogata. Poi incrocia le braccia e ricomincia ad ascoltare e annuire.
slogata. Poi incrocia le braccia e ricomincia ad ascoltare e annuire.
lunedì 31 agosto 2015
il suono forte e stridulo li sorprende, li diverte...
Il suono forte e stridulo li sorprende, li diverte, adesso tutti e tre si mettono a battere il coperchio, ripetutamente, come si divertono, ridono di gioia, sembrano quasi dei bambini!
Io pero` non mi diverto affatto e allora vado via.
Percorro tutto il vicolo fino ai portici del Regio che danno su piazza castello.
Dentro una nicchia addossata al teatro un uomo che dorme. Muove le labbra come fosse un cavallo alle prese con la masticazione del cibo.
No, stava sognando la cavallerizza reale.
Io pero` non mi diverto affatto e allora vado via.
Percorro tutto il vicolo fino ai portici del Regio che danno su piazza castello.
Dentro una nicchia addossata al teatro un uomo che dorme. Muove le labbra come fosse un cavallo alle prese con la masticazione del cibo.
No, stava sognando la cavallerizza reale.
camminavo a fatica, i miei piedi trascinavano pesanti pensieri...
Camminavo con una certa fatica, i miei piedi trascinavano pesanti pensieri, era sera, la lunga via appartata era insolitamente animata, un flusso di gente convergeva all'ingresso di un grande cancello che si spalancava in quel momento. mi lasciai portare dal flusso e mi ritrovai dentro un vasto cortile, ai lati si alzavano muri di vecchi palazzi, in fondo al cortile un porticato e sopra, una vasta costruzione a più piani, l'intonaco cadeva a pezzi e si sentivano tonfi regolari.
Gruppi di giovani e adulti sparpagliati dentro il cortile, il fisico trascurato, i vestiti sciatti , le donne sovrappeso, hanno rozzi lineamenti e muovono le labbra come se parlassero tra loro, una musica zigana riempie il cortile, si vede un gruppo di uomini seduti , mani che agitano la fisarmonica, scuotono le corde di una chitarra, fanno scivolare l'archetto sulle corde di un violino.
Quella musica zigana mi fa venire sete, mi accorgo che sia le donne che gli uomini tengono bicchieri di plastica da cui bevono la birra.
Guardo più attentamente il cortile, a sinistra, in fondo, si apre un'altro cortile, lì c'è un banco , spillano la birra alla spina che poi porgono alla piccola folla colà radunata.
Mi metto in fila, ma dura poco, i giovani al banco sono molto svelti, uno mi strappa la banconota dalla mano, mi dà la birra, mi dà il resto.
Ora mi avvicino colla birra al porticato, anche li` è radunato un gruppetto di persone.
C'è un ingresso e dentro, una specie di teatro, a destra il pavimento che fa da palco e a sinistra una scalinata ricoperta da file di poltrone.
Sul pavimento ci sono donne che muovono i corpi, ora li distendono, ora li attorcigliano colle mani e le gambe, sembrano alle prese colle posizioni dello yoga, no, mi sento dire alle spalle , è un riscaldamento, tra poco comincia lo spettacolo.
Salgo la scalinata e mi siedo. C'è un uomo barbuto al centro del palco, poggia dei sassi sulla pancia delle donne che sono distese, si sentono delle note dal tono grave, un uomo sullo sfondo manovra una tastiera.
Un'altro uomo pizzica le corde di una chitarra,
i suoni acuti scuotono i corpi delle donne, anche l'uomo alla consolle fa partire le note acute, le donne si liberano dei pesi sullo stomaco, prima lentamente , poi sempre più decisamente.
L'uomo barbuto sfiora le braccia delle donne, poi le accarezza , le afferra, le donne sembrano elettrizzate, ora l'uomo le molla e quelle cadono di schianto.
Adesso l'uomo barbuto va verso il bordo del palco, c'è una finestra e addossati alla finestra un uomo e una donna, colpiscono un coperchio ,
Gruppi di giovani e adulti sparpagliati dentro il cortile, il fisico trascurato, i vestiti sciatti , le donne sovrappeso, hanno rozzi lineamenti e muovono le labbra come se parlassero tra loro, una musica zigana riempie il cortile, si vede un gruppo di uomini seduti , mani che agitano la fisarmonica, scuotono le corde di una chitarra, fanno scivolare l'archetto sulle corde di un violino.
Quella musica zigana mi fa venire sete, mi accorgo che sia le donne che gli uomini tengono bicchieri di plastica da cui bevono la birra.
Guardo più attentamente il cortile, a sinistra, in fondo, si apre un'altro cortile, lì c'è un banco , spillano la birra alla spina che poi porgono alla piccola folla colà radunata.
Mi metto in fila, ma dura poco, i giovani al banco sono molto svelti, uno mi strappa la banconota dalla mano, mi dà la birra, mi dà il resto.
Ora mi avvicino colla birra al porticato, anche li` è radunato un gruppetto di persone.
C'è un ingresso e dentro, una specie di teatro, a destra il pavimento che fa da palco e a sinistra una scalinata ricoperta da file di poltrone.
Sul pavimento ci sono donne che muovono i corpi, ora li distendono, ora li attorcigliano colle mani e le gambe, sembrano alle prese colle posizioni dello yoga, no, mi sento dire alle spalle , è un riscaldamento, tra poco comincia lo spettacolo.
Salgo la scalinata e mi siedo. C'è un uomo barbuto al centro del palco, poggia dei sassi sulla pancia delle donne che sono distese, si sentono delle note dal tono grave, un uomo sullo sfondo manovra una tastiera.
Un'altro uomo pizzica le corde di una chitarra,
i suoni acuti scuotono i corpi delle donne, anche l'uomo alla consolle fa partire le note acute, le donne si liberano dei pesi sullo stomaco, prima lentamente , poi sempre più decisamente.
L'uomo barbuto sfiora le braccia delle donne, poi le accarezza , le afferra, le donne sembrano elettrizzate, ora l'uomo le molla e quelle cadono di schianto.
Adesso l'uomo barbuto va verso il bordo del palco, c'è una finestra e addossati alla finestra un uomo e una donna, colpiscono un coperchio ,
sabato 29 agosto 2015
doblone
L'auto accostò al marciapiede, una mano aprì la portiera, l'uomo salì a bordo, l'auto ripartì.
- E` da più di mezzo'ora che aspetto.
- L'auto non voleva partire , l'abbiamo spinta e quando giravo la chiavetta era il cofano che si apriva di scatto. Ho frenato la macchina e guardato dentro il cofano, nessun segno di vita , solo il rumore delle ruote anteriori che si afflosciavano.
Ho chiamato il meccanico, quello è venuto, ha trascinato l'auto nell'officina, l'ha riparata, ma al momento di pagare non ho fiorini nelle tasche, ho qualche banconota dei vecchi euri.
Il meccanico non voleva gli euri, ma io l'ho capito, dopo tutti i guai che gli euri hanno provocato, la crisi, la siccità...
- La siccità?
- Sì, in quel paese sfortunato, come si chiama, insomma, c'era una gran siccità, andava avanti da
parecchi anni . Finalmente un famoso economista scoprì la causa della siccità, era provocata dall'uso della moneta sbagliata, quindi per far tornare la pioggia bisognava togliere gli euri dalla circolazione e tornare alla moneta di prima, il doblone.
- Chi era il famoso economista?
- Non lo conosci? Si chiama Capitan Uncino.
Capitan Uncino?
- Sì, il popolo di quel paese venne convinto da Capitan Uncino, tornarono al doblone e come per miracolo arrivo` la pioggia.
Solo che adesso hanno il problema opposto.
- E sarebbe? Sì, sì, ho capito, o meglio devo aver sentito qualcosa in tal senso.
Però, non mi hai ancora detto dove stiamo andando.
- Da nessuna parte, perché siamo arrivati.
L'uomo sterzo` a destra, imboccò una stradina
polverosa, il paesaggio era sabbioso, c'erano canneti qua e là, comparve il mare, vicino alla riva un bungalow, alla vista dell'auto che si avvicinava alcune donne in costume da bagno uscirono dal bungalow, poi circondarono l'auto.
L'uomo alla guida aprì il finestrino sorridendo.
- E` da più di mezz'ora che aspettiamo, disse la
donna...
- E` da più di mezzo'ora che aspetto.
- L'auto non voleva partire , l'abbiamo spinta e quando giravo la chiavetta era il cofano che si apriva di scatto. Ho frenato la macchina e guardato dentro il cofano, nessun segno di vita , solo il rumore delle ruote anteriori che si afflosciavano.
Ho chiamato il meccanico, quello è venuto, ha trascinato l'auto nell'officina, l'ha riparata, ma al momento di pagare non ho fiorini nelle tasche, ho qualche banconota dei vecchi euri.
Il meccanico non voleva gli euri, ma io l'ho capito, dopo tutti i guai che gli euri hanno provocato, la crisi, la siccità...
- La siccità?
- Sì, in quel paese sfortunato, come si chiama, insomma, c'era una gran siccità, andava avanti da
parecchi anni . Finalmente un famoso economista scoprì la causa della siccità, era provocata dall'uso della moneta sbagliata, quindi per far tornare la pioggia bisognava togliere gli euri dalla circolazione e tornare alla moneta di prima, il doblone.
- Chi era il famoso economista?
- Non lo conosci? Si chiama Capitan Uncino.
Capitan Uncino?
- Sì, il popolo di quel paese venne convinto da Capitan Uncino, tornarono al doblone e come per miracolo arrivo` la pioggia.
Solo che adesso hanno il problema opposto.
- E sarebbe? Sì, sì, ho capito, o meglio devo aver sentito qualcosa in tal senso.
Però, non mi hai ancora detto dove stiamo andando.
- Da nessuna parte, perché siamo arrivati.
L'uomo sterzo` a destra, imboccò una stradina
polverosa, il paesaggio era sabbioso, c'erano canneti qua e là, comparve il mare, vicino alla riva un bungalow, alla vista dell'auto che si avvicinava alcune donne in costume da bagno uscirono dal bungalow, poi circondarono l'auto.
L'uomo alla guida aprì il finestrino sorridendo.
- E` da più di mezz'ora che aspettiamo, disse la
donna...
giovedì 27 agosto 2015
Cognac
Si versò il cognac nel bicchiere, lo portò alla bocca, adagio` il busto sulla sedia, spostò la testa all'indietro, il cognac gorgogliava nella gola, sentì dei passi che si avvicinavano al tavolo, raddrizzò il busto, una gonna corta e stretta fasciava i fianchi di una donna, guardò in alto e la riconobbe dalla forma delle labbra.
Guendalina...
Guendalina...
George e Mary
Si chiamavano George e Mary, erano colleghi giornalisti, lavoravano gomito a gomito, lei detestava il colore marrone scuro della pelle di lui, lui detestava il colore rosa delicato della pelle di lei.
Perciò litigavano e allora accorrevano numerosi i colleghi giornalisti, in quell' ufficio lavoravano almeno 300 giornalisti, George e Mary avvicinavano le braccia fino allo sfioramento e confrontavano le rispettive pelli.
Le colleghe ed i colleghi palpavano e annusavano la pelle del braccio di Mary, soprattutto i colleghi palpavano e annusavano la pelle del braccio di George. Poi giudicavano e i giudicanti si dividevano in due partiti che si bilanciavano sempre.
Il direttore, un uomo calvo e grosso, si affacciava col sigaro in bocca dalla cabina in fondo all'ufficio, puntava la mano sulla parete, incrociava le gambe e guardava. Alla vista delle braccia che venivano annusate tirava mezzo sigaro, poi tornava di nuovo nella sua cabina.
Tutto questo un giorno finì.
George ricevette una lettera, c'era scritto che era stato licenziato, i motivi non venivano chiariti, ma non ce n'era bisogno, nell'ufficio non lo salutarono affatto, George prese la sua roba dalla scrivania e andò via.
Comprò una pistola e si mise a vagare per le vie della città, passò molto tempo e alla fine la incontrò. Non la riconobbe dalla faccia, lei nel frattempo era cambiata parecchio, la riconobbe dall'odore della pelle. George estrasse la pistola, la puntò sul corpo di Mary e cominciò a sparare.sentiva il rumore sordo delle pallottole che penetravano il corpo di lei, sentiva le urla che l'inondavano.
Lei crollo` per terra e si rilassò tutta.
George invece era ancora tutto teso, aveva il respiro affannoso, guardava Mary ma desiderava raggiungerla. Infilò la canna della pistola nella bocca e premette il grilletto con il dito.
Il proiettile attraversò la testa di George e sbucò dalla nuca, frantumò il vetro della finestra della casa di fronte, alcuni bambini si affacciarono alla finestra, videro la folla che circondava i corpi di George e di Mary , gridavano per richiamare l'attenzione della folla, ridevano perché nessuno volgeva lo sguardo su di loro.
Perciò litigavano e allora accorrevano numerosi i colleghi giornalisti, in quell' ufficio lavoravano almeno 300 giornalisti, George e Mary avvicinavano le braccia fino allo sfioramento e confrontavano le rispettive pelli.
Le colleghe ed i colleghi palpavano e annusavano la pelle del braccio di Mary, soprattutto i colleghi palpavano e annusavano la pelle del braccio di George. Poi giudicavano e i giudicanti si dividevano in due partiti che si bilanciavano sempre.
Il direttore, un uomo calvo e grosso, si affacciava col sigaro in bocca dalla cabina in fondo all'ufficio, puntava la mano sulla parete, incrociava le gambe e guardava. Alla vista delle braccia che venivano annusate tirava mezzo sigaro, poi tornava di nuovo nella sua cabina.
Tutto questo un giorno finì.
George ricevette una lettera, c'era scritto che era stato licenziato, i motivi non venivano chiariti, ma non ce n'era bisogno, nell'ufficio non lo salutarono affatto, George prese la sua roba dalla scrivania e andò via.
Comprò una pistola e si mise a vagare per le vie della città, passò molto tempo e alla fine la incontrò. Non la riconobbe dalla faccia, lei nel frattempo era cambiata parecchio, la riconobbe dall'odore della pelle. George estrasse la pistola, la puntò sul corpo di Mary e cominciò a sparare.sentiva il rumore sordo delle pallottole che penetravano il corpo di lei, sentiva le urla che l'inondavano.
Lei crollo` per terra e si rilassò tutta.
George invece era ancora tutto teso, aveva il respiro affannoso, guardava Mary ma desiderava raggiungerla. Infilò la canna della pistola nella bocca e premette il grilletto con il dito.
Il proiettile attraversò la testa di George e sbucò dalla nuca, frantumò il vetro della finestra della casa di fronte, alcuni bambini si affacciarono alla finestra, videro la folla che circondava i corpi di George e di Mary , gridavano per richiamare l'attenzione della folla, ridevano perché nessuno volgeva lo sguardo su di loro.
venerdì 14 agosto 2015
amica di sempre
Ecco, la notte insonne è venuta.
Non l'hai cercata, e non hai impedito che venisse. I dadi rotolavano e rimbalzavano , poi si disperdevano, infine si sono fermati di colpo.
Ascolti una vecchia canzone nella bettola in fondo alla valle, sorrisi di uomini e donne che ballano, senti la carezza del freddo sul volto, sollevi il bavero della giacca, ti alzi, cammini fino alla stazione.
La diligenza parte alle sei, ti risponde controvoglia l'uomo che è disteso sulla panca, stava dormendo, lo avverti perché la tua domanda l'ha contrariato, ma tu ringrazi lo stesso, ti siedi sulla'altra panca , il tepore della sala d'attesa ti rilassa, finalmente puoi lasciarti conquistare dalla tua amica di sempre,
l'insonnia
Non l'hai cercata, e non hai impedito che venisse. I dadi rotolavano e rimbalzavano , poi si disperdevano, infine si sono fermati di colpo.
Ascolti una vecchia canzone nella bettola in fondo alla valle, sorrisi di uomini e donne che ballano, senti la carezza del freddo sul volto, sollevi il bavero della giacca, ti alzi, cammini fino alla stazione.
La diligenza parte alle sei, ti risponde controvoglia l'uomo che è disteso sulla panca, stava dormendo, lo avverti perché la tua domanda l'ha contrariato, ma tu ringrazi lo stesso, ti siedi sulla'altra panca , il tepore della sala d'attesa ti rilassa, finalmente puoi lasciarti conquistare dalla tua amica di sempre,
l'insonnia
lunedì 27 luglio 2015
Laser
Era notte fonda, l'uomo salì in macchina e partì
Era una lunghissima strada, ma non si vedeva affatto, si vedevano due fari, o meglio due lame di laser che squarciavano l'immensa città.
Arrivò alla fine del percorso, ora la strada si arrampicava con linee ondulate su per la collina, il buio della notte dileguava e compariva il chiarore dell' alba
Era una lunghissima strada, ma non si vedeva affatto, si vedevano due fari, o meglio due lame di laser che squarciavano l'immensa città.
Arrivò alla fine del percorso, ora la strada si arrampicava con linee ondulate su per la collina, il buio della notte dileguava e compariva il chiarore dell' alba
domenica 26 luglio 2015
Venerdì
Cade la pioggia sotto la grande quercia frondosa, i vestiti inzuppati aderiscono alla pelle, la testa bagnata, le scarpe e i piedi dentro le scarpe bagnati e allora tanto vale abbandonare la quercia e correre a ripararti sotto la tettoia della chiesa.
Arrivi dopo una breve corsa ma sei salutato da violente raffiche di pioggia, c'è una ragazza tutta bagnata, ha sbagliato riparo come te, non e triste e neppure allegra, solo il gatto nella custodia si agita ma è all'asciutto.
Cominci a parlare, ti ha fregato la connessione, dici, se ti fossi alzato dalla panchina sotto la quercia pochi minuti prima della pioggia adesso guarderesti il temporale dalla finestra della camera d'albergo;
maledici internet dentro di te, la ragazza parla di stazione da raggiungere , del treno che forse perderà e festeggia così l'inizio del weekend.
Per non essere da meno le racconti la tua storia, come sei capitato in questa citta` che non conosci, anzi ti e` del tutto estranea, poi noti il titolo del libro che stava leggendo, Die Traumdeutung e il discorso cade sull'inconscio e la via regia per accedervi, il sogno.
Il sogno è una sorta di appagamento inconscio, dici, di un desiderio latente, aggiunge la ragazza, intanto gli sguardi si incrociano e quasi non ti accorgi che ha smesso di piovere, si alza un venticello che asciuga i vestiti, allora devi andare via, la ragazza non saluta, si allontana veloce, forse ce la fa a non perdere il treno.
Arrivi dopo una breve corsa ma sei salutato da violente raffiche di pioggia, c'è una ragazza tutta bagnata, ha sbagliato riparo come te, non e triste e neppure allegra, solo il gatto nella custodia si agita ma è all'asciutto.
Cominci a parlare, ti ha fregato la connessione, dici, se ti fossi alzato dalla panchina sotto la quercia pochi minuti prima della pioggia adesso guarderesti il temporale dalla finestra della camera d'albergo;
maledici internet dentro di te, la ragazza parla di stazione da raggiungere , del treno che forse perderà e festeggia così l'inizio del weekend.
Per non essere da meno le racconti la tua storia, come sei capitato in questa citta` che non conosci, anzi ti e` del tutto estranea, poi noti il titolo del libro che stava leggendo, Die Traumdeutung e il discorso cade sull'inconscio e la via regia per accedervi, il sogno.
Il sogno è una sorta di appagamento inconscio, dici, di un desiderio latente, aggiunge la ragazza, intanto gli sguardi si incrociano e quasi non ti accorgi che ha smesso di piovere, si alza un venticello che asciuga i vestiti, allora devi andare via, la ragazza non saluta, si allontana veloce, forse ce la fa a non perdere il treno.
venerdì 17 luglio 2015
L' onda perfetta
Il sole arroventa la sabbia, le onde scivolano sul bagnasciuga e disegnano una linea fluttuante che si perde in lontananza.
La spiaggia è deserta, ed è molto strano perché fino a ieri c'erano ombrelloni dappertutto, i bambini giocavano e sguazzavano nell' acqua bassa , peraltro occupata da bagnanti, uomini e donne, pigiati come sardine.
Oggi si vede emergere dai flutti una donna, ha il corpo affusolato ed avanza lentamente, il seno fasciato d'azzurro, anche gli slip sono azzurri.
Si stende sulla sabbia, un uomo dalla pelle nera sistema accanto al suo corpo un ombrellone, poi le porge un vassoio con sopra diverse bibite, che sudano pel freddo.
La donna prende il barattolo di aranciata, toglie la linguetta , infila la cannuccia e succhia avidamente la bevanda.
Poi depone la bevanda e agita le mani davanti al viso a mo' di ventaglio, il servitore capisce ed agita una enorme palma per provocare un po' di movimento d'aria.
Ma deve aver provocato parecchio movimento d'aria perché si alza un forte vento,
l'ombrellone si piega ma l'uomo lo regge prontamente.
Le onde del mare si increspano in lontananza, si formano cavalloni che si ingrossano e avanzano verso la riva.
Dalla pineta prospiciente si vedono sbucare uomini che si dirigono verso la spiaggia.
Quando hanno raggiunto l'ombrellone si riesce a distinguerli, sono due giovani alti e robusti, si tengono per mano e con le mani libere tengono le tavole da surf. E ` evidente, hanno visto i cavalloni ingrossarsi e adesso li vogliono cavalcare.
Mi chiedono se ho visto per caso l'onda perfetta, io non l'ho vista, guardo con fare interrogativo la donna, lei sgrana gli occhi e spalanca la bocca, no , rispondo ai surfisti , l'onda perfetta non l'abbiamo vista.
Quelli salutano, si tuffano e scompaiono sott'acqua, solo le tavole galleggiano sulla superficie dell'acqua.
Sulla spiaggia siamo rimasti io e la donna, il servitore è scomparso, l'ombrellone è stato scaraventato lontano, ma non serve perché nuvoloni bianco grigi oscurano il disco del sole.
Mi stendo accanto alla donna, guardo il profilo del suo corpo , il vento sempre più impetuoso le sfila il reggiseno, i piccoli seni si gonfiano, i capezzoli si allungano.
L'acqua avanza sul bagnasciuga, un'onda sommerge i piedi della donna,che grida per lo spavento e per il freddo, istintivamente mi avvicino e la stringo tra le braccia, tesoro, tesoro mio, le sussurro , amore, amore mio, mi sussurra, un enorme cavallone ci travolge, siamo trascinati in mare aperto , corpi nudi avvinghiati si dibattono tra i flutti, ora si vedono solo due teste, e le bocche congiunte in un bacio infinito.
La spiaggia è deserta, ed è molto strano perché fino a ieri c'erano ombrelloni dappertutto, i bambini giocavano e sguazzavano nell' acqua bassa , peraltro occupata da bagnanti, uomini e donne, pigiati come sardine.
Oggi si vede emergere dai flutti una donna, ha il corpo affusolato ed avanza lentamente, il seno fasciato d'azzurro, anche gli slip sono azzurri.
Si stende sulla sabbia, un uomo dalla pelle nera sistema accanto al suo corpo un ombrellone, poi le porge un vassoio con sopra diverse bibite, che sudano pel freddo.
La donna prende il barattolo di aranciata, toglie la linguetta , infila la cannuccia e succhia avidamente la bevanda.
Poi depone la bevanda e agita le mani davanti al viso a mo' di ventaglio, il servitore capisce ed agita una enorme palma per provocare un po' di movimento d'aria.
Ma deve aver provocato parecchio movimento d'aria perché si alza un forte vento,
l'ombrellone si piega ma l'uomo lo regge prontamente.
Le onde del mare si increspano in lontananza, si formano cavalloni che si ingrossano e avanzano verso la riva.
Dalla pineta prospiciente si vedono sbucare uomini che si dirigono verso la spiaggia.
Quando hanno raggiunto l'ombrellone si riesce a distinguerli, sono due giovani alti e robusti, si tengono per mano e con le mani libere tengono le tavole da surf. E ` evidente, hanno visto i cavalloni ingrossarsi e adesso li vogliono cavalcare.
Mi chiedono se ho visto per caso l'onda perfetta, io non l'ho vista, guardo con fare interrogativo la donna, lei sgrana gli occhi e spalanca la bocca, no , rispondo ai surfisti , l'onda perfetta non l'abbiamo vista.
Quelli salutano, si tuffano e scompaiono sott'acqua, solo le tavole galleggiano sulla superficie dell'acqua.
Sulla spiaggia siamo rimasti io e la donna, il servitore è scomparso, l'ombrellone è stato scaraventato lontano, ma non serve perché nuvoloni bianco grigi oscurano il disco del sole.
Mi stendo accanto alla donna, guardo il profilo del suo corpo , il vento sempre più impetuoso le sfila il reggiseno, i piccoli seni si gonfiano, i capezzoli si allungano.
L'acqua avanza sul bagnasciuga, un'onda sommerge i piedi della donna,che grida per lo spavento e per il freddo, istintivamente mi avvicino e la stringo tra le braccia, tesoro, tesoro mio, le sussurro , amore, amore mio, mi sussurra, un enorme cavallone ci travolge, siamo trascinati in mare aperto , corpi nudi avvinghiati si dibattono tra i flutti, ora si vedono solo due teste, e le bocche congiunte in un bacio infinito.
domenica 14 giugno 2015
James Joyce, il sogno di parole che abbiano il suono delle cose
She sat at the window watching the evening invade the avenue.
James Joyce è uno dei pochi scrittori che rileggo con piacere.
L'incontro con Joyce avvenne a scuola, The Dubliners era il libro di testo d'inglese all'ultimo anno del liceo ed io, siccome portavo l'inglese all'esame di maturità, dovetti studiare a fondo le storielle Evelyn, The Sisters... e a furia di rileggerle le imparai quasi a memoria.
There was no hope for him this time: it was the
third stroke. Night after night I had passed the home...
James Joyce è uno dei pochi scrittori che rileggo con piacere.
L'incontro con Joyce avvenne a scuola, The Dubliners era il libro di testo d'inglese all'ultimo anno del liceo ed io, siccome portavo l'inglese all'esame di maturità, dovetti studiare a fondo le storielle Evelyn, The Sisters... e a furia di rileggerle le imparai quasi a memoria.
There was no hope for him this time: it was the
third stroke. Night after night I had passed the home...
sabato 13 giugno 2015
Italo Calvino, se una notte d`inverno un viaggiatore
Hai con te il libro che stavi leggendo al caffè, e che sei impaziente di continuare, per poterlo poi passare a lei, per comunicare ancora con lei attraverso il canale scavato dalle parole altrui, che proprio in questo provenire da una voce estranea, dalla voce di quel silenzioso nessuno fatto d`inchiostro e di spaziature tipografiche possono diventare vostre, un linguaggio, un codice tra voi, un mezzo per scambiarvi segnali e riconoscervi
lunedì 8 giugno 2015
romeo e giulietta
Si sedette sulla panchina, poggio` la spalla, e distese le gambe. Aveva attraversato monti e valli e finalmente era arrivato.
Così reclino` la testa e si addormentò.
Quella sera , scendeva il crepuscolo, qualcuno avrebbe aperto la finestra di fronte, l'avrebbe guardato negli occhi, avrebbe sorriso.
Così reclino` la testa e si addormentò.
Quella sera , scendeva il crepuscolo, qualcuno avrebbe aperto la finestra di fronte, l'avrebbe guardato negli occhi, avrebbe sorriso.
domenica 7 giugno 2015
Saltimbanco
Dopo lo spettacolo in piazza il saltimbanco fa il giro degli spettatori radunati intorno a lui, e col cappello in mano vi chiede di scucire una manciata di monetine.
Qui lo spettacolo è virtuale, anche la piazza è virtuale, il saltimbanco è reale, e persino il cappello che mette sotto il tuo naso , che sei uno spettatore incallito del blog è reale.
E non credere che si tratti di un gioco, per l'autore del blog è un'esigenza vitale o meglio , un capriccio.
D'altronde se volete godere dell'ultimo capolavoro di Baricco, poniamo, la sposa giovane, che non è più emozionante dello spettacolo offerto da Abbozzi... dovete pagare (come ho fatto io). E baricco non è obbligato a spiegare perché dovete pagare per leggerlo.
Voi lo sapete senz'altro. E` un tributo che dovete all'arte. Alla sua opera d'arte.
Qui lo spettacolo è virtuale, anche la piazza è virtuale, il saltimbanco è reale, e persino il cappello che mette sotto il tuo naso , che sei uno spettatore incallito del blog è reale.
E non credere che si tratti di un gioco, per l'autore del blog è un'esigenza vitale o meglio , un capriccio.
D'altronde se volete godere dell'ultimo capolavoro di Baricco, poniamo, la sposa giovane, che non è più emozionante dello spettacolo offerto da Abbozzi... dovete pagare (come ho fatto io). E baricco non è obbligato a spiegare perché dovete pagare per leggerlo.
Voi lo sapete senz'altro. E` un tributo che dovete all'arte. Alla sua opera d'arte.
venerdì 5 giugno 2015
calura
Le tendine accostate alla finestra
La penombra nella stanza
Sei indeciso se uscire
La calura ti blocca
Nudo sul letto
La penombra nella stanza
Sei indeciso se uscire
La calura ti blocca
Nudo sul letto
domenica 24 maggio 2015
martedì 19 maggio 2015
S. Cataldo
Si fermarono di fronte al parapetto. Il parcheggio era vuoto, uscirono dall`auto, l`odore della salsedine riempiva le narici, lo sciabordio delle onde, bambini che giocano sulla sabbia, gambe e corpi che si intrecciano sotto l`ombrellone.
Entrarono in un bar per chiedere come si chiamava quel posto.
Entrarono in un bar per chiedere come si chiamava quel posto.
martedì 12 maggio 2015
Barbaroux
è un vicolo lungo e stretto con uno spiazzo a sinistra, ci sono due uomini in maglietta sopra un autocarro, sono robusti, hanno la mascella quadrata, i capelli a spazzola e mescolano colle vanghe un impasto per muratura.
un altro autocarro vuole entrare dentro il portone in fondo allo spiazzo, sbaglia la traiettoria, allora fa marcia indietro e riparte ma sbaglia di nuovo. quella manovra che si ripete in continuazione ingombra il vicolo, una piccola audi scura è ferma davanti all'autocarro da chissà quanto tempo, una donnina esile coi capelli biondi ondulati e la faccia ossuta avanza con la bici lungo il pertugio tra la fiancata dell'audi e l'aiuola che delimita lo spiazzo.
è appena sbucata fuori quando si apre la portiera dell'audi ed esce una donna,ha la pelle scura, le labbra carnose, i capelli ricci e corti, dall'aspetto si direbbe una mulatta grassottella, indossa un'elegante giacca blu e si rivolge alla donnina con un tono rauco, quasi cavernoso.
dove va, si fermi! la donnina si volta: dice a me? certo, non si è accorta che mi ha rigato la macchina? come? ha strisciato la portiera col manubrio della sua bici.
l'esile donnina è intimorita, nega l'evidenza, nonostante la donna grassottella mostri la bella riga bianca che corre lungo la portiera e afferri il truciolo di vernice e lo faccia volare in aria a mò di coriandolo.
i due lavoranti sopra l'autocarro continuano a mescolare la malta, un'altra donna con la bici passa per l'altro lato della strada nella direzione opposta a quella della donnina, è strano come le due donne colle bici si assomiglino, quest'ultima guarda davanti a se ed escama: è una gran maleducata! poi si rivolge al barilotto: sì sì ce l'ho con lei! sta bloccando il traffico della città, se adesso le rigo pure io l'altra fiancata ben le sta!
ma come, mi hanno appena rigato la macchina, risponde la donna grassottella,lei deve spostare la sua auto, ribatte l'altra donna, ma come faccio se l'autocarro ostacola il passaggio?
l'uomo che era a fianco all'autista dentro l'autocarro ed era sceso per valutare l'ingombro del portone ha ascoltato le parole della donna grassottella e dice: stiamo ostacolando il traffico? potevate dirlo subito. l'uomo fa un cenno all'autista, l'autocarro si addossa al portone dentro lo spiazzo e libera finalmente il vicolo.la donna grassottella sale nell'audi livida in volto, le bici si allontanano nelle opposte direzioni.
anche i due robusti lavoranti hanno terminato di lavorare l'impasto perchè posano le vanghe , si asciugano il sudore dalla fronte e avvicinano le cardarelle all'impasto.
lunedì 11 maggio 2015
Turisti per la Sindone
La giovane donna mostra la lingua indicando col dito la punta della lingua scottata, davanti a lei una carrozzella, poco distante un giovane colla barba arruffata e pettinata, si lamenta perchè il caffè al ginseng della moglie era bollente.
Dietro il banco, il barista, un signore anziano col naso adunco indica la macchina del caffè al ginseng e dice che il caffè da lì esce sempre molto caldo, piuttosto, toccava alla donna, prima di bere il caffè di accertarsi che non era bollente.
Il giovane colla barba arruffata e pettinata non sembra convinto della spiegazione dell'anziano barista perchè afferma , sempre con tono garbato, che lui il caffè non intende pagarlo ma pagherà soltanto i cornetti ed il cappuccio.
L'anziano barista replica seccato che il giovane barbuto può risparmiarsi di cacciare i soldi :
o paga tutta la colazione oppure niente, ne va del suo onore professionale.
Si sente strillare nella carrozzella, la donna agita le maracas e il giovane insiste che lui il caffè al ginseng non lo paga e invita la moglie a fare il giro dei tavoli e mostrare agli altri clienti la lingua scottata.
La donna depone le maracas, mi si para davanti e mi fa le boccacce, al che mi alzo dal tavolo ed esco. Durante il cammino provo a immaginare come può finire la curiosa querelle.
Che il giovane colla barba arruffata e pettinata paghi tutta la colazione mi sembra inverosimile, sarebbe come ammettere di aver sbagliato a contrapporsi al barista, neppure posso credere che il barista accetti solo parte del pagamento, o forse sì, se il giovane molla i soldi sul banco e scompare rapido colla donna, così lascia il barista indifeso, senza possibilità di reagire e lo costringe a prendere i soldi anche se di controvoglia.
Però le carte sono tutte in mano al giovane barbuto e allora m'immagino che lui abbandoni il bar senza pagare alcunchè, seguito dalla moglie colla carrozzella, così difende le sue ragioni ed ottiene tutta la colazione gratis.
giovedì 30 aprile 2015
Giuochi Linguistici
Nello sciame,visioni del digitale. un libricino interessante scritto da un filosofo coreano, Buyng-Chul Han.
una critica feroce al presunto obbligo alla trasparenza richiesto dai social, che sconfina nella coercizione alla grande fratello: ORIZZONTALE (gli occhiuti utenti dei social) e VERTICALE, (zuckerberg e soci).
in un certo qual modo di fronte a chi pretende "trasparenza" e agisce perchè i tuoi fatti privati vengano squadernati ai più, il comportamento opaco, persino la dichiarazione del falso è un atto di libertà.
martedì 21 aprile 2015
(...dedicato agli accattoni delle idee altrui)
Sei racchia.
Sei racchia fuori
ma soprattutto
sei racchia dentro.
Lo specchio non restituisce la tua immagine riflessa
te la vomita addosso.
Quando leggi ciò che scrivo
le parole che scorri sullo schermo
ti sputano in faccia
per il disgusto.
Blade Runner
Tra la fine del diciannovesimo e l'inizio del ventesimo secolo, era un'epoca civilissima, milioni di italiani partivano per le americhe.
Non erano clandestini, avevano il visto e viaggiavano in terza classe o forse anche in quarta nei transatlantici sui quali era impensabile un qualsivoglia naufragio. Gli italiani partivano per le americhe motivati dalla speranza di costruire un futuro migliore per loro, i loro figli, nipoti e pronipoti.
Nell'attuale medioevo della cosidetta epoca eurista e liberista (per medioevo intendo assenza di confini, libera circolazione di merci, capitali e uomini) partono a migliaia dall'Africa per l'Italia migranti e clandestini, pigiati come sardine dentro barconi dove il rischio del naufragio è elevatissimo. Rischiano la vita per fuggire dal loro paese in guerra, è evidente che non sono solo disperati, sono profughi di guerra, sono sfollati.
Qui l'insulso paravento economico secondo cui un paese come l'Italia con una forte disoccupazione , colle fabbriche ed i negozi che chiudono non può permettersi di accogliere, mantenere o dare lavoro , precario o stabile che sia, a migliaia di immigrati, questo stupido paravento, dicevo, non può applicarsi : ragioni umanitarie non lo consentono.
Bisogna acconciarsi a singolari esperienze di vita col fratello migrante passato presente e futuro. Nel bel centro di torino ad esempio, capita quanto segue: un giovane migrante si para davanti a te all'improvviso, apre la bocca e infila la mano nella bocca come farebbe un bambino quando vuole fare intendere all'adulto che ha fame. Riesce pure a dire in un italiano quasi stentato che pure lui, il giovane migrante ha fame, e vuole dei soldi.
Tu dai dieci euri al giovane migrante, lo porti nella vicina pizzeria kebab, quella economica, ordini una pagnotta kebab e una coca cola, poi ti volti per salutarlo e non lo vedi, o meglio osservi il giovane migrante profugo di guerra che si è prontamente seduto al tavolo e traffica col suo smartphone galaxy come farebbe un europeo qualsiasi.
lunedì 20 aprile 2015
L'Età degli Impiegati
oggi alla posta dietro la piazza col duca a cavallo, devo rinnovare la postepay ed effettuare un bonifico, spingo il bottone, mi viene sputato il numeretto, sono il trentesimo della coda d'attesa.mi siedo, leggo qualcosa, ascolto musiche d'altri tempi, una mazurka?, forse mi assopisco perchè vengo svegliato dagli urli di un uomo palesemente sconvolto.inveisce contro gli impiegati perchè sta aspettando da più di mezz'ora: dovreste essere licenziati in blocco e far lavorare i giovani.
ascolto divertito mentre l'impiegato davanti allo sportello (un'ometto col naso a punta e la barbetta arruffata) mi chiede codice fiscale carta d'identità e numero di conto.intanto una qualche reazione si produce dietro gli sportelli, perchè impiegati ed impiegate rispondono al tizio sconvolto che loro, gli impiegati stanno tutti lavorando.il "mio impiegato" mi chiede se sono tutt'ora residente a Creazzo, non rispondo , ma sposto lo sguardo sulla carta d'identità che l'ometto ha sotto il naso , non osservo la reazione dell'ometto, sono distratto da quello che succede nella sala, il tizio sconvolto si mette le mani nelle tasche e tira fuori dei pomodori ma anche dietro le vetrate impiegati ed impiegate non sono da meno, tirano fuori dai cassetti bucce di banane e tozzi di pane raffermo.adesso il tizio sconvolto ha trovato dei sostenitori, si passano i pomodori senza dare nell'occhio, quasi di nascosto, come se fossero bombe
ascolto divertito mentre l'impiegato davanti allo sportello (un'ometto col naso a punta e la barbetta arruffata) mi chiede codice fiscale carta d'identità e numero di conto.intanto una qualche reazione si produce dietro gli sportelli, perchè impiegati ed impiegate rispondono al tizio sconvolto che loro, gli impiegati stanno tutti lavorando.il "mio impiegato" mi chiede se sono tutt'ora residente a Creazzo, non rispondo , ma sposto lo sguardo sulla carta d'identità che l'ometto ha sotto il naso , non osservo la reazione dell'ometto, sono distratto da quello che succede nella sala, il tizio sconvolto si mette le mani nelle tasche e tira fuori dei pomodori ma anche dietro le vetrate impiegati ed impiegate non sono da meno, tirano fuori dai cassetti bucce di banane e tozzi di pane raffermo.adesso il tizio sconvolto ha trovato dei sostenitori, si passano i pomodori senza dare nell'occhio, quasi di nascosto, come se fossero bombe
In Villa
posso sentirlo?
se vuole
lui girò la chiavetta, per caso c'era su un disco con un valzer di Strauss.
guardò Mary, lei intuì cosa desiderava chiederle ma vide che era troppo timido per parlare.sorrise.
sa ballare?
egli le cinse la vita e in quella stanza sontuosa e vuota nel cuore della notte danzarono avvolti dall'incantevole melodia d'altri tempi.
poi Mary lo prese per mano e lo condusse in giardino.sotto la luna, col profilo delle siepi e gli alberi antichi, l'erba rasa del prato era di un fascino antico e vagando nei suoi sentieri pareva di abitare un mondo nuovo, in cui l'istinto era più impetuoso, e le conseguenze meno reali.
W. Sommerset Maugham, In Villa
venerdì 10 aprile 2015
L'età dei roditori 2
Gigio, quando la smetterrai di rosicchiare?
Non ci riesco, ce l'ho nel sangue oramai.
Il provolone?
Sì, produce una provola fantastica, lo fa perchè lo diverte, io invece il mio formaggio lo vendo, ma fa schifo a vederlo solo da lontano, se qualcheduno si avvicina per annusarlo poi si tappa il naso colle dita e scappa via inseguito dalla puzza, nessuno compra il mio formaggio, adesso però imito di nascosto il provolone, chissà che non riesca a vendere una pezza, questo mestiere è molto duro, la concorrenza non ti lascia un attimo di tregua, neppure per andare al bagno e farsi una pisciatina.
Però corri dei rischi, i suoi formaggi sono conosciuti ai Più.
No, sono conosciuti ai Meno, nessuno conosce quell'idiota (neppure io...) ed è nel mio interesse (sono furbo io) che quell'idiota, insieme ai suoi formaggi, resti per sempre quel perfetto sconosciuto che ora è.
C'era una Volta
c'era una volta il postino col baffetto in livrea che suonava il campanello e sull'uscio di casa porgeva lettere e cartoline.
martedì 7 aprile 2015
L'età dei roditori 3
L'immensa Dispensa a cielo aperto del web2.0 dove vengono a frugare di nascosto roditori di ogni risma, alla ricerca di bocconi da ingurgitare, di grana , gorgonzola e provolone da rosicchiare.
Chiamatemi Gigio, davanti al mio naso sullo schermo il blog di un'oscuro dilettante, per me è come un corso di scrittura, mi sento imbarazzato,il professionista va a scuola dal dilettante, non potrei mai ammetterlo, la mia professionalità vacillerebbe , le mie certezze crollerebbero e così seguo il corso di nascosto, straziato dal dubbio che così facendo forse non sono molto corretto, di sicuro , e chi se ne frega! non avrò mai il suo rispetto.
Philip Roth
le campanelle appese all'ingresso tintinnavano alla brezza, mandando un suono vitreo e misterioso, come se senza parole un ordine religioso accogliesse i visitatori invitandoli a meditare, nonchè a guardarsi intorno come se lì si venerasse qualcosa di piccolo e commovente.
dentro c'era un'impiegata, una ragazza rotondetta di diciotto o diciannove anni, che disse :salve e non fece storie perchè il negozio non era ancora aperto.
così in alto sulla montagna , cadute le foglie autunnali, il primo di novembre i visitatori erano abbastanza rari, e la ragazza non se la sentii di respingere qualcuno che per caso era arrivato alle nove e un quarto del mattino.
aveva un'aria più disordinata che sregolata e per questo la ragazza, che stava dando da mangiare dei topi a un serpente in una scatola ai suoi piedi, tenendo ogni topo davanti al serpente con un paio di mollette fino al momento in cui il serpente lo afferrava di scatto e iniziava il lentissimo processo dell'indigestine, disse solo: salve, e tornò ai suoi impegni mattutini domenicali.
philip Roth, la macchia umana
domenica 5 aprile 2015
Maigret
Maigret chiuse il fascicolo.
accendi il motore, disse con voce perentoria all'aiutante.
lui però era perplesso, non sarà di nuovo quella vecchia pratica già morta e sepolta?
scrollò lentamente il tabacco dalla pipa, salì in macchina, poggiò la schiena sul morbido schenale, distese le gambe, il fascicolo volò dal finestrino e, mentre i fogli si disperdevano nell'aria, la sagoma dell'auto nera diventava un puntino che scompariva dietro l'orizzonte.
sabato 4 aprile 2015
Storiella Zen
Un uomo camminava nella foresta e s’imbatté in una tigre, si mise a correre inseguito dalla belva.Giunse sull’orlo di un precipizio, ma per fortuna trovò da aggrapparsi al ramo sporgente di un albero.Guardò in basso, stava per lasciarsi cadere ma vide sotto di sé un’altra tigre. Come se non bastasse, arrivarono due grossi topi, l’uno bianco e l’altro nero, che incominciarono a rodere il ramo.Ancora poco e il ramo sarebbe precipitato.Fu allora che l’uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola. Tenendosi con una sola mano, con l’altra spiccò la fragola e lo mangiò.Com’era dolce!
il Primordiale di Gigio
Topo Gigio aveva trovato una coscia di prosciutto affumicato, l'annusò colla punta del muso, l'odore lo convinse che poteva azzardare un morso, il morso lo convinse della bontà del sapore e così si mise a mangiare il prosciutto affumicato.
Vennero altri topini, videro gigio che oramai leccava soltanto l'osso del prosciutto e gli chiesero stupiti come mai gigio avesse divorato un'intera coscia di prosciutto , i topi di solito mangiano solo formaggio.
Gigio si grattò la pancia rigonfia, spalancò la bocca e fece un gran rutto.
I suoi amici topi furono soddisfatti della risposta, salutarono gigio e scapparono via frusciando le code lunghissime.
Fiammy
Si era in aperta campagna, le fette di carne friggevano sulla griglia rovente spargendo fumo all'intorno, delicate mani di donna infilzavano i pezzi di carne che sibilavano e si contorcevano pel dolore, schizzi di sangue colpirono le guance della donna, la fronte spaziosa e gli occhiali. Colpirono inoltre la delicata maglietta azzurrina , i bianchi pantaloni aderenti, ma con disegni di rose grigio-azzurrine, anche il prato lì intorno si copriva degli schizzi di sangue delle fette di carne che eran zampill, .altri uomini e donne si avvicinaro alla donna inondata di sangue che strillava e piangeva, chiamarono un macellaio dal villaggio vicino, quello venne sul tardi,vide un'enorme pozzanghera rossa, in mezzo c'era la griglia che ancora fumava, ma gli zampilli eran scomparsi e tutto era deserto
giovedì 2 aprile 2015
Mémoire Involontaire
l'amore per quella frase musicale parve suscitare in Swann la possibilità di una specie di ringiovanimento.da tanto tempo aveva rinunciato a dedicare la sua esistenza ad un fine ideale, e la limitava a perseguire le soddisfazioni quotidiane.si era quindi avvezzato a rifugiarsi in pensieri senza importanza che gli permettevano di lasciare da parte il fondo delle cose e nelle conversazioni si sforzava di non esprimere mai un'opinione intima delle cose, ma di fornire particolari materiali che valessero in certo modo per se stessi e gli permettessero di non rivelarsi troppo.quando a volte si lasciava andare ad esprimere un giudizio su un lavoro o su un modo di intendere la vita dava allora alle sue parole un accento ironico, come se non aderisse per intero a quanto diceva.
ora, come certi malati, nei quali di colpo un paese nuovo, un regime diverso e talvolta un'evoluzione organica spontanea e misteriosa sembra produrre un tal regresso del loro male che essi cominciano a considerare la possibiltà insperata d'iniziare una nuova vita, così Swann trovava in se, nel ricordo di una frase musicale da lui udita, la presenza di una di quelle realtà invisibili cui aveva cessato di credere e alle quali, come se la musica avesse avuto sulla sua aridità morale una sorta di influsso elettivo, sentiva di nuovo il desiderio e quasi la forza di consacrare la propria vita.
Marcel Proust, un amore di Swann
Test
è solo un test: io ti scrivo, se tu non rispondi non superi il test.
e dopo che succede?
cosa vedi davanti allo schermo?
vedo un pugno chiuso col pollice alzato.
ecco quello che succede se non superi il test.
d'accordo, però adesso ti sto rispondendo, potresti pure togliere il pugno e farmi vedere il tuo profilo.
non posso farlo, non dipende da me, è una reazione automatica al test.qui agisce l'istinto.
l'istinto?
l'istinto o se vogliamo essere pignoli , il primordiale.
mamma mia che paura, il primordiale? e mi faresti vedere il primordiale?
certo basta mettere la mano...ma, mi prendi in giro?
mai stata più seria, lo sai, a me piace stimolare il primordiale, ad esempio ora sto toccando qualcosa
continua
il primordiale non parla, lui agisce
e dopo che succede?
cosa vedi davanti allo schermo?
vedo un pugno chiuso col pollice alzato.
ecco quello che succede se non superi il test.
d'accordo, però adesso ti sto rispondendo, potresti pure togliere il pugno e farmi vedere il tuo profilo.
non posso farlo, non dipende da me, è una reazione automatica al test.qui agisce l'istinto.
l'istinto?
l'istinto o se vogliamo essere pignoli , il primordiale.
mamma mia che paura, il primordiale? e mi faresti vedere il primordiale?
certo basta mettere la mano...ma, mi prendi in giro?
mai stata più seria, lo sai, a me piace stimolare il primordiale, ad esempio ora sto toccando qualcosa
continua
il primordiale non parla, lui agisce
mercoledì 1 aprile 2015
Tamara
questa mattina alla bettola al centro, sensazione piacevole spiacevole di sentirsi un estraneo, pensavo di incrociare gli occhi di Tamara, invece c'era un'altra donna, o forse non c'era nessuno.
Nano
è il tuo cane
sì
come si chiama?
nano
nano?
sì, nano insulso per l'esattezza
da dove viene?
questo non lo so, aspetta che chiamo gugol, loro sanno tutto.pronto, parlo con gugol? mi sapete dire da dove viene il mio cane?
(aspetta qualche frangente attaccato al telefono).
viene dall'argentina? ho capito.
gugol risponde che viene dall'argentina.
grazie, davvero gentile.
(saluta e se ne va. ma richiamano al telefono e lui si ferma)
pronto, di nuovo gugol?
(ascolta per un po' poi si rivolge all'uomo che aspetta).
gugol dice che c'è un errore, il nano insulso non viene dall'argentina.
e da dove viene?
dal brasile.
Chewing-gum
cos'è quella macchia bianca sul libro?
è un ciuingum
cosa?
si chiama ciuingum in inglese, gli italiani la chiamano...vabbè gli italiani non esistono più, insomma in italia si chiama gomma da masticare.
nel dialetto di un paese del sud che adesso non ricordo più, una volta la chiamavano gingomma.
gingomma? mi prendi in giro
no no dico sul serio.ricordo che nella mia infanzia masticavo gingomme tutto il giorno, ad es. compravo un pacchetto di bubblegum, mi riempivo la bocca e muovevo vigorosamente la mascella fino a quando i muscoli della faccia si irrigidivano per il dolore.i palloncini poi venivano così grandi che mi tiravano il collo e la testa ed io dovevo tenermi alla maniglia della porta se non volevo staccarmi da terra e volare nel cielo
venerdì 27 marzo 2015
l'odore aspro tra le cosce...
li si vedeva correre lungo l'alzata del fiume ma inseguiti da qualcosa di cui non c'era traccia nell'immensità della campagna. li si vide sul colmo del campanile, reduci dall'aver copiato le scritte incise dentro la campana grande.li si era visti in fabbrica a spiare i movimenti degli operai, senza dire una sola parola, per ore , ma annotando dei numeri su un quadernetto.si finì per abituarsi a loro, cosa che li rese invisibili.quando accadde, la sposa giovane si ricordò delle parole di sua nonna, e senza pensarci troppo riconobbe quello che lei le aveva preannunciato, o forse addirittura promesso.non si lavò, non raccolse i capelli, tenne i vestiti lerci di sempre, la terra sotto le unghie e l'odore aspro tra le cosce; anche i gli occhi a cui aveva rinunciato da tempo, continuò a muoverli senza mistero, imitando la furba ottusità degli animali domestici.ma quando un giorno il Figlio al termine di un silenzio che la Sposa giovane trovò di una durata perfetta, si girò verso di lei e le fece una semplice domanda, lei invece di rispondere, usò ciò che per sei anni aveva tenuto in serbo per lui e lo baciò.
provoca una sensazione sgradevole la lettura de la sposa giovane, e non mi riferisco, per carità a quelle frasi bucoliche del tipo: l'odore aspro ecc.
ti senti come a teatro, davanti ad un'illusionista che "estrae" il coniglio dal cilindro, e nonostante il trucco venga mostrato in traspareza, il mediocre illusionista vuole convincerti che si tratta di magia.
mercoledì 25 marzo 2015
specchi
E' solo un invito in una piovosa sera d'autunno, il tragitto è ostacolato dalle pozzanghere, le eviti oppure affondi le scarpe nell'acqua, infine arrivi alla meta;
Un gruppo di giovani con le barbe arruffate ingombra l'ingresso, ti fai largo spingendo con i gomiti, scendi una scala stretta che porta dentro una cantina, tutto è illuminato , a destra uno stanzino affollato, ci sono donne che riesci a guardare solo di profilo, hanno tutte la faccia paffuta, il naso a punta e il codino, sono assorte, sembra che stiano pregando ma non vedi rosari nelle loro mani; una donna dal viso rettangolare appare davanti a te, ha i capelli corti e biondi , ti guarda, poi distoglie lo sguardo, come se gli ricordassi qualcuno e facesse fatica ad estrarre i ricordi dal ripostiglio della memoria, gocce di sudore le rigano la fronte, ti metti d'istinto le mani nelle tasche, ma non trovi niente a parte il fazzoletto bagnato di muco; ora senti una specie di melodia, guardi alle tue spalle e ti arrendi all'evidenza: un enorme specchio riflette le litanie delle donne dalla guancia paffuta.
Anche la visita è finita, non ti resta che togliere il disturbo, guardi la scala, la salita sarà di sicuro faticosa eppure la discesa non è stata per niente agevole.
domenica 22 marzo 2015
giovedì 19 marzo 2015
la casa delle bambole
la casa delle bambole, dirimpetto al duomo; si entra in una piccola stanza dal basso soffitto, visi di donna in livrea ti squadrano da capo a piedi, a destra la biglietteria, una mano tozza ti porge il biglietto, qualcuno ti indica l'ingresso, è un'ambiente buio, pareti strette di legno segnano il percorso, si allargano di quando in quando per accogliere le bambole di Tamara de Lempicka.
corpi nudi o vestiti di donna, levigati e rotondi, non riesci a sopprimere la strana sensazione di un che di artificiale e animalesco, sensazione rinforzata dall'espressione enigmatica dei visi, degli occhi spiritati.
martedì 3 marzo 2015
il bianco e l'oro
Come sono capitato qui? domandai, era una grande stanza con il soffitto a volta dipinto con linee serpeggianti, il bianco e l'oro erano i colori dominanti, la stanza era vuota, solo a destra c'era una porta, girai la maniglia: davanti ai miei occhi si squadernava l'azzurro del cielo e sotto sporgendo lo sguardo si gonfiavano nuvole bianche; mi ritrassi indietro per lo spavento, potevo cader giù, allora guardai meglio dentro la stanza, mi accorsi che a sinistra c'era un'altra porta, mi avvicinai, la porta si aprì da sola verso l'interno, era un lungo corridoio, o meglio una galleria illuminata da qualche vaga lampadina, dentro, le mie scarpe affondavano nel fango, cadeva una pioggia leggera che gocciolava dalla tesa del cappello
lunedì 2 marzo 2015
Lancia
L'ammalato era rimasto nel letto tutto il giorno, in realtà non era ammalato, ma aveva una grossa lancia conficcata nel petto , quella lancia lo aveva trapassato, si era conficcata nel legno e sporgeva colla punta sotto il letto. Curiosamente non c'era sangue sul petto dell'uomo perchè sembrava che i lembi della pelle fossero come saldati tutt'intorno alla lancia e tuttavia l'uomo non poteva staccarsi dal letto: era proprio inchiodato ad esso. Quella mattina si era svegliato, come tutte le mattine, aveva visto davanti al suo naso la grossa asta di ferro e aveva urlato per richiamare i vicini, loro erano accorsi numerosi, avevano guardato incuriositi lo strano spettacolo, poi erano tornati alle loro occupazioni promettendo all'uomo che avrebbero fatto venire una squadra di fabbri.
Ma i fabbri non erano venuti e s'era fatto buio, e all'uomo toccava restare chissa ancora per quanto tempo in quella posizione, mentre lui avrebbe desiderato essere coricato di fianco, a destra oppure a sinistra , che erano le sue posizioni preferite.
Ma i fabbri non erano venuti e s'era fatto buio, e all'uomo toccava restare chissa ancora per quanto tempo in quella posizione, mentre lui avrebbe desiderato essere coricato di fianco, a destra oppure a sinistra , che erano le sue posizioni preferite.
domenica 1 marzo 2015
ancora 48 ore
a letto tutta la notte e tutto il giorno
stringeva il mal di schiena tra le braccia
è stata l'esperienza più bella di tutta la sua vita.
(foto Deimantas Narkevicius)
scarponi
gli scarponi si liberarono dai lacci che l'inchiodavano al muro
ma non corsero alla ricerca di piedi nudi da calzare
mi sono appena liberato dalla corda che mi soffocava perchè dovrei sopportare il peso e il giogo di chicchessia?
e corsero liberi per il mondo, attraversarono monti e valli, sprofondarono negli abissi del mare, risalirono, si distesero sulla sabbia bagnata, i raggi del sole li asciugavano...
(foto Deimantas Narkevicius)
sabato 28 febbraio 2015
S.
oggi siamo stati da S., era al letto col mal di schiena, non ha potuto aprire la porta quando abbiamo bussato, non riesce proprio ad alzarsi, non riesce a camminare, cosicchè abbiamo dovuto sfondare la porta per entrare, non riesce neppure a parlare o a sorridere, i movimenti dei muscoli della faccia e le contrazioni del ventre gli tormentano la schiena, o perlmeno lui sostiene ciò, e pertanto ha ricambiato il nostro saluto guardandoci con gli occhi vitrei e la mascella irrigidita.
S. voleva raccontarci la sua avventura col ciccione e il carretto trainato dalle vacche, ma ha rinunciato scuotendo il capo, ragazzi, ne riparliamo un'altra volta
S. voleva raccontarci la sua avventura col ciccione e il carretto trainato dalle vacche, ma ha rinunciato scuotendo il capo, ragazzi, ne riparliamo un'altra volta
successe una mattina
Ad un uomo gli cadde il mazzo di chiavi sul marciapiede, si piegò per raccoglierlo e sentì un rumore come di lenzuolo quando viene lacerato dietro la schiena; non riusciva raccogliere il mazzo di chiavi ma non riusciva neppure a rialzare la schiena e così rimase piegato con le braccia penzoloni, finchè non passò un tizio che si fermò, gli girò intorno alcune volte e infine gli chiese cosa gli era successo.
L'uomo racconto al tizio l'accaduto, il tizio rimase lì fermo a riflettere qualche tempo, poi disse:
io non posso aiutarla, mio fratello saprebbe come fare. Lui si siederebbe sulla schiena fino a schiacciarla lentamente contro il marciapiede e così lei si raddrizzerebbe.
Buon uomo, perche non chiama suo fratello allora?
Mio fratello abita lontano da qui, pesa almeno due quintali e per spostarsi usa un carretto trainato dai buoi.
Se ha un po' di pazienza lo faccio venire.
Oh sì -disse piegato come non mai- io non ho mai visto un bue in vita mia, ma è vero che quando ti leccano la guancia con la lingua ruvida ti scorticano la pelle?
Sì, qualche volta succede, rispose e schioccava la punta della lingua...
giovedì 26 febbraio 2015
Prosit
Era un'allegra brigata, uomini e donne intorno ad un tavolo imbandito, si parlava del più e del meno, i camerieri reggevano vassoi e attraversavano svelti la grande sala fin troppo illuminata. Un uomo insinuava la mano dentro la gonna della donna seduta al suo fianco, ma cosa fai se nemmeno ti conosco, lei sussurrò, e gli afferrava i capelli sulle tempie per attirarlo a se e baciarlo; gorgoglio di liquori, erano i camerieri che a decine, dietro e di fianco ai commensali riempivano i calici poggiati sul tavolo. Si alzarono i bicchieri, la donna gemeva mentre l'uomo spingeva, un cameriere scivolava sul pavimento , reggeva un vassoio ricolmo di polletti , i polletti volavano sui tavoli o cadevano giù, due commensali afferrano un polletto per le cosce, le spalancano, le strappano, le leccano e le divorano, intanto i camerieri hanno finito di riempire i calici, le bollicine si diffondono nell'aria, le braccia si alzano a raggera, prosit! gridano gli astanti, godo! urla la donna in preda all'ultimo sussulto.
mercoledì 25 febbraio 2015
Taxi Driver
Un uomo fa un cenno al tassista che si ferma, sale sul sedile posteriore: piazza santa cristina, prego. Il tassista lo squadra dallo specchietto retrovisore poi afferma : siamo arrivati , questa è la piazza, allora l'uomo sporge la testa dal finestrino, in effetti è proprio piazza santa cristina, con il pavimento lastricato di marmo, i sottili colonnati e la statua col duca a cavallo che sguaina la sciabola.
Be',allora non resta che scendere , l'uomo davanti al finestrino porge alcune banconote al tassista e chiede : quanto le devo? Lascia stare, risponde quello, gli fa un cenno colla mano, non si capisce se è un saluto oppure un'imprecazione e se ne va sgommando con una certa violenza.
L'uomo non capisce quale ragione poteva avere il tassista per adirarsi ma adesso non ha tempo per ulteriori riflessioni, deve cercare un'ufficio postale, deve pagare una bolletta.
Guarda i passanti che attraversano la piazza, in lungo e in largo e gli sorridono, non sa proprio a chi rivolgersi, si sente come smarrito chiude gli occhi per la disperazione e solo a questo punto sente una voce che gli sussurra dentro un'orecchio: l'ufficio postale è lì, davanti a lei, all'ingresso del corso.
L'uomo è sorpreso per l'affabilità di quella gente, gli è balenato un desiderio ed è stato subito esaudito, guarda una bella donna che gli passa davanti, anche lei lo guarda, adesso la donna si allontana ma tiene girata la testa verso l'uomo e continua a sorridergli, l'uomo fa un cenno colla mano ma la donna gli volta le spalle, accellera il passo , si mette a correre e sparisce dalla sua vista.
Anche l'uomo si allontana ma nella direzione opposta, adesso entra nell'ufficio, due uscieri ai lati del portone gli fanno un profondo inchino, la grande sala è vuota, ci sono molti sportelli davanti alle pareti, tutti gli impiegati appena lo vedono lo fissano cogli occhi, è evidente che lo stavano aspettando...
Be',allora non resta che scendere , l'uomo davanti al finestrino porge alcune banconote al tassista e chiede : quanto le devo? Lascia stare, risponde quello, gli fa un cenno colla mano, non si capisce se è un saluto oppure un'imprecazione e se ne va sgommando con una certa violenza.
L'uomo non capisce quale ragione poteva avere il tassista per adirarsi ma adesso non ha tempo per ulteriori riflessioni, deve cercare un'ufficio postale, deve pagare una bolletta.
Guarda i passanti che attraversano la piazza, in lungo e in largo e gli sorridono, non sa proprio a chi rivolgersi, si sente come smarrito chiude gli occhi per la disperazione e solo a questo punto sente una voce che gli sussurra dentro un'orecchio: l'ufficio postale è lì, davanti a lei, all'ingresso del corso.
L'uomo è sorpreso per l'affabilità di quella gente, gli è balenato un desiderio ed è stato subito esaudito, guarda una bella donna che gli passa davanti, anche lei lo guarda, adesso la donna si allontana ma tiene girata la testa verso l'uomo e continua a sorridergli, l'uomo fa un cenno colla mano ma la donna gli volta le spalle, accellera il passo , si mette a correre e sparisce dalla sua vista.
Anche l'uomo si allontana ma nella direzione opposta, adesso entra nell'ufficio, due uscieri ai lati del portone gli fanno un profondo inchino, la grande sala è vuota, ci sono molti sportelli davanti alle pareti, tutti gli impiegati appena lo vedono lo fissano cogli occhi, è evidente che lo stavano aspettando...
martedì 24 febbraio 2015
mandorle
Oh, il fragrante cornetto col ripieno di mandorle imburrate! E` sul vassoio poggiato sul tavolo, in cima al mucchio di cornetti integrali e no, col ripieno di frutti di bosco , di crema (che detesti) , di miele e di albicocca. Ma tu vuoi proprio quel cornetto, ed è persino facile prernderlo, non devi estrarre un cornetto laterale dal mucchio, col rischio che tutto il castello di cornetti cada a pezzi, è fin troppo facile, il tuo cornetto è in cima al mucchio, allora lo afferri delicatamente colle dita, il cornetto si sfarina, le briciole cadono sul pavimento, accorre trafelata una cameriera colla scopa;
ora tuffi il cornetto nella tazza di latte schiumoso che schizza dappertutto, ma a te cosa importa, il cornetto è davanti alla tua bocca , fai un bel morso (non lo ingoi tutto , solo metà), poi cominci e masticare, ma che strano, senti un rumore come se stessi masticando patate fritte, gli avventori che riempiono il bar si voltano e storcono la bocca, il rumore della mascella che frantuma il cornetto li infastidisce, sei visibilmente imbarazzato, vorresti sputare oppure ingoiare tutto l'impasto pur di far finire quel fracasso, l'indecisione ti blocca, però continui a masticare ,il sapore delle mandorle imburrate ti manda in estasi, non ci sono più rumori...
ora tuffi il cornetto nella tazza di latte schiumoso che schizza dappertutto, ma a te cosa importa, il cornetto è davanti alla tua bocca , fai un bel morso (non lo ingoi tutto , solo metà), poi cominci e masticare, ma che strano, senti un rumore come se stessi masticando patate fritte, gli avventori che riempiono il bar si voltano e storcono la bocca, il rumore della mascella che frantuma il cornetto li infastidisce, sei visibilmente imbarazzato, vorresti sputare oppure ingoiare tutto l'impasto pur di far finire quel fracasso, l'indecisione ti blocca, però continui a masticare ,il sapore delle mandorle imburrate ti manda in estasi, non ci sono più rumori...
domenica 22 febbraio 2015
Vodca
Un vento gagliardo spazza le nuvole dal cielo, i rami degli alberi sussultano, le tendine strusciano i vetri della finestra che si spalanca di colpo; dentro, sul letto, un uomo sopra una donna, sono nudi e sembra che facciano l'amore, urla, gemiti e sussurri, poi tutto tace.
Mi porti due dita di whisky? Non è una richiesta, è il canto d'amore della donna, ma l'uomo si alza dal letto rapido come un cameriere, poi si dirige in cucina, apre il frigo, ma non trova la bottiglia di whisky.
Va bene la vodca?
Mi porti due dita di whisky? Non è una richiesta, è il canto d'amore della donna, ma l'uomo si alza dal letto rapido come un cameriere, poi si dirige in cucina, apre il frigo, ma non trova la bottiglia di whisky.
Va bene la vodca?
sabato 3 gennaio 2015
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