Si chiamavano George e Mary, erano colleghi giornalisti, lavoravano gomito a gomito, lei detestava il colore marrone scuro della pelle di lui, lui detestava il colore rosa delicato della pelle di lei.
Perciò litigavano e allora accorrevano numerosi i colleghi giornalisti, in quell' ufficio lavoravano almeno 300 giornalisti, George e Mary avvicinavano le braccia fino allo sfioramento e confrontavano le rispettive pelli.
Le colleghe ed i colleghi palpavano e annusavano la pelle del braccio di Mary, soprattutto i colleghi palpavano e annusavano la pelle del braccio di George. Poi giudicavano e i giudicanti si dividevano in due partiti che si bilanciavano sempre.
Il direttore, un uomo calvo e grosso, si affacciava col sigaro in bocca dalla cabina in fondo all'ufficio, puntava la mano sulla parete, incrociava le gambe e guardava. Alla vista delle braccia che venivano annusate tirava mezzo sigaro, poi tornava di nuovo nella sua cabina.
Tutto questo un giorno finì.
George ricevette una lettera, c'era scritto che era stato licenziato, i motivi non venivano chiariti, ma non ce n'era bisogno, nell'ufficio non lo salutarono affatto, George prese la sua roba dalla scrivania e andò via.
Comprò una pistola e si mise a vagare per le vie della città, passò molto tempo e alla fine la incontrò. Non la riconobbe dalla faccia, lei nel frattempo era cambiata parecchio, la riconobbe dall'odore della pelle. George estrasse la pistola, la puntò sul corpo di Mary e cominciò a sparare.sentiva il rumore sordo delle pallottole che penetravano il corpo di lei, sentiva le urla che l'inondavano.
Lei crollo` per terra e si rilassò tutta.
George invece era ancora tutto teso, aveva il respiro affannoso, guardava Mary ma desiderava raggiungerla. Infilò la canna della pistola nella bocca e premette il grilletto con il dito.
Il proiettile attraversò la testa di George e sbucò dalla nuca, frantumò il vetro della finestra della casa di fronte, alcuni bambini si affacciarono alla finestra, videro la folla che circondava i corpi di George e di Mary , gridavano per richiamare l'attenzione della folla, ridevano perché nessuno volgeva lo sguardo su di loro.
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