E' solo un invito in una piovosa sera d'autunno, il tragitto è ostacolato dalle pozzanghere, le eviti oppure affondi le scarpe nell'acqua, infine arrivi alla meta;
Un gruppo di giovani con le barbe arruffate ingombra l'ingresso, ti fai largo spingendo con i gomiti, scendi una scala stretta che porta dentro una cantina, tutto è illuminato , a destra uno stanzino affollato, ci sono donne che riesci a guardare solo di profilo, hanno tutte la faccia paffuta, il naso a punta e il codino, sono assorte, sembra che stiano pregando ma non vedi rosari nelle loro mani; una donna dal viso rettangolare appare davanti a te, ha i capelli corti e biondi , ti guarda, poi distoglie lo sguardo, come se gli ricordassi qualcuno e facesse fatica ad estrarre i ricordi dal ripostiglio della memoria, gocce di sudore le rigano la fronte, ti metti d'istinto le mani nelle tasche, ma non trovi niente a parte il fazzoletto bagnato di muco; ora senti una specie di melodia, guardi alle tue spalle e ti arrendi all'evidenza: un enorme specchio riflette le litanie delle donne dalla guancia paffuta.
Anche la visita è finita, non ti resta che togliere il disturbo, guardi la scala, la salita sarà di sicuro faticosa eppure la discesa non è stata per niente agevole.
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