martedì 17 giugno 2014

mi chiesero...

mi chiesero di insegnar loro ad usare l'arco e le frecce.la cosa si svolse così. avevo cavalcato in lungo e in largo in groppa alla mia cavalla, poi mi fermai, scorsi un bagliore in lontananza, mi diressi verso di esso, ma sembrava che il bagliore si muovesse rapido verso di me.d'un tratto mi trovai circondato da numerose persone , sembravano contadini poveri, sporchi e dai vestiti stracciati, una mano stringeva le redini della cavalla, un falò ardeva al centro della landa desolata.un uomo che sembrava il capo cominciò a parlare.
-ti abbiamo aspettato da secoli, i nostri padri e i padri dei nostri padri hanno tramandato la venuta di colui che ci insegnerà prima la tecnica del tiro col l'arco, ed indicò coll'indice un mucchio di archi e frecce alto quanto una casa a due piani, (ma sembravano giocattoli per bambini, alcune frecce avevano le ventose!) , poi ci farà da condottiero e ci libererà dal tiranno che ci ha ridotto in miseria.
-c'è un equivoco- dissi mezzo divertito e mezzo incuriosito-a insegnarvi ad usar le frecce mi potrei anche cimentare, sono stato campione di tiro coll'arco, ma da qui a diventare il vostro capo ce ne corre! ho moglie e figli, devo badare alla casa, alla cavalla, al cane, all'orto con gli ortaggi, peperoni e melanzane sono già maturi e li devo raccogliere.
-il tuo arrivo è scritto negli antichi testi, -risuonò tutt'intorno una voce imperiosa- scendi, il caffe è quasi pronto.
e mi afferrarono con le mani per la giacca, mi fecero scendere a forza, e mi portarono al centro del falò, dove da una moka fischiettante usciva un caffe dall'aroma profumato.


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