venerdì 27 marzo 2015

l'odore aspro tra le cosce...



li si vedeva correre lungo l'alzata del fiume ma inseguiti da qualcosa di cui non c'era traccia nell'immensità della campagna. li si vide sul colmo del campanile, reduci dall'aver copiato le scritte incise dentro la campana grande.li si era visti in fabbrica a spiare i movimenti degli operai, senza dire una sola parola, per ore , ma annotando dei numeri su un quadernetto.si finì per abituarsi a loro, cosa che li rese invisibili.quando accadde, la sposa giovane si ricordò delle parole di sua nonna, e senza pensarci troppo riconobbe quello che lei le aveva preannunciato, o forse addirittura promesso.non si lavò, non raccolse i capelli, tenne i vestiti lerci di sempre, la terra sotto le unghie e l'odore aspro tra le cosce; anche i gli occhi a cui aveva rinunciato da tempo, continuò a muoverli senza mistero, imitando la furba ottusità degli animali domestici.ma quando un giorno il Figlio al termine di un silenzio che la Sposa giovane trovò di una durata perfetta, si girò verso di lei e le fece una semplice domanda, lei invece di rispondere, usò ciò che per sei anni aveva tenuto in serbo per lui e lo baciò.


provoca una sensazione sgradevole la lettura de la sposa giovane, e non mi riferisco, per carità a quelle frasi bucoliche del tipo: l'odore aspro ecc.
ti senti come a  teatro, davanti ad un'illusionista che "estrae" il coniglio dal cilindro, e nonostante il trucco venga mostrato in traspareza,  il mediocre illusionista vuole convincerti che si tratta di magia.

mercoledì 25 marzo 2015

specchi


E'  solo un invito in una piovosa sera d'autunno, il tragitto è ostacolato dalle pozzanghere, le eviti oppure affondi le scarpe nell'acqua, infine  arrivi alla meta;
Un gruppo di giovani con  le barbe arruffate ingombra l'ingresso, ti fai largo spingendo con i gomiti, scendi una scala stretta che porta dentro una cantina, tutto è illuminato , a destra uno stanzino affollato, ci sono donne che riesci a guardare solo di profilo, hanno tutte la faccia paffuta, il naso a punta e il codino, sono assorte, sembra che stiano pregando ma non vedi rosari nelle loro mani; una donna dal viso rettangolare appare  davanti a te, ha i capelli corti e biondi , ti guarda,  poi distoglie lo sguardo, come se gli ricordassi qualcuno e facesse  fatica ad estrarre i ricordi dal ripostiglio della memoria, gocce di sudore le rigano la fronte, ti metti d'istinto le mani nelle tasche, ma non trovi niente a parte il fazzoletto bagnato di muco; ora senti una specie di melodia, guardi alle tue spalle e ti arrendi all'evidenza: un enorme specchio riflette le litanie delle donne dalla guancia paffuta.
Anche la visita è finita, non ti resta che togliere il disturbo, guardi la scala, la salita sarà  di sicuro faticosa eppure la discesa non è stata per niente agevole.

giovedì 19 marzo 2015

la casa delle bambole







la casa delle bambole, dirimpetto al duomo; si entra in una piccola stanza dal basso soffitto, visi di donna in livrea ti squadrano da capo a piedi, a destra la biglietteria, una mano tozza ti porge il biglietto, qualcuno ti indica l'ingresso, è un'ambiente buio, pareti strette di legno segnano il percorso,  si allargano di quando in quando per accogliere le bambole di Tamara de Lempicka.
corpi nudi o vestiti di donna, levigati e rotondi, non riesci a sopprimere la strana sensazione  di un che di artificiale e animalesco, sensazione rinforzata dall'espressione enigmatica  dei visi, degli occhi  spiritati.

martedì 3 marzo 2015

il bianco e l'oro

Come sono capitato qui? domandai, era una grande stanza con il soffitto a volta dipinto con linee serpeggianti, il bianco e l'oro erano i colori dominanti, la stanza era vuota, solo a destra  c'era  una porta, girai la maniglia: davanti ai miei occhi si  squadernava  l'azzurro del cielo e sotto sporgendo lo sguardo si gonfiavano nuvole bianche; mi ritrassi  indietro per lo spavento, potevo cader giù, allora guardai meglio dentro la stanza,  mi accorsi che a sinistra c'era un'altra porta, mi avvicinai, la porta si aprì da sola verso l'interno, era un lungo corridoio, o meglio una galleria illuminata da qualche vaga lampadina, dentro, le mie scarpe affondavano nel fango, cadeva una pioggia leggera che gocciolava dalla tesa del cappello

lunedì 2 marzo 2015

Lancia

L'ammalato era rimasto nel letto tutto il giorno, in realtà non era ammalato, ma aveva una grossa lancia conficcata nel petto ,  quella lancia lo aveva trapassato, si era conficcata nel legno e sporgeva colla punta sotto il letto.  Curiosamente non c'era sangue sul petto dell'uomo perchè sembrava che i lembi della pelle  fossero come saldati tutt'intorno alla lancia e tuttavia l'uomo non poteva staccarsi dal letto: era proprio inchiodato ad esso.  Quella mattina si era svegliato, come tutte le mattine, aveva visto davanti al suo naso la grossa asta di ferro e aveva urlato per richiamare i vicini, loro erano accorsi numerosi, avevano guardato incuriositi lo strano spettacolo, poi erano tornati alle loro occupazioni promettendo all'uomo che avrebbero fatto venire una squadra di fabbri.
Ma i fabbri non erano venuti e s'era fatto buio, e all'uomo toccava restare chissa ancora per quanto  tempo in quella posizione, mentre lui avrebbe desiderato  essere coricato di fianco, a destra oppure a sinistra , che erano le sue posizioni preferite.

domenica 1 marzo 2015

ancora 48 ore



a letto tutta la notte e tutto il giorno
stringeva il mal di schiena tra le braccia
è stata l'esperienza più bella di tutta la sua vita.




(foto Deimantas Narkevicius)

scarponi



gli scarponi si liberarono dai lacci che l'inchiodavano al muro
ma non corsero alla ricerca di piedi nudi da calzare
mi sono appena liberato dalla corda che mi soffocava perchè dovrei sopportare il peso e il giogo di chicchessia?
e corsero liberi per il mondo, attraversarono monti e valli, sprofondarono negli abissi del mare, risalirono, si distesero sulla sabbia bagnata, i raggi del sole li asciugavano...


(foto Deimantas Narkevicius)