li si vedeva correre lungo l'alzata del fiume ma inseguiti da qualcosa di cui non c'era traccia nell'immensità della campagna. li si vide sul colmo del campanile, reduci dall'aver copiato le scritte incise dentro la campana grande.li si era visti in fabbrica a spiare i movimenti degli operai, senza dire una sola parola, per ore , ma annotando dei numeri su un quadernetto.si finì per abituarsi a loro, cosa che li rese invisibili.quando accadde, la sposa giovane si ricordò delle parole di sua nonna, e senza pensarci troppo riconobbe quello che lei le aveva preannunciato, o forse addirittura promesso.non si lavò, non raccolse i capelli, tenne i vestiti lerci di sempre, la terra sotto le unghie e l'odore aspro tra le cosce; anche i gli occhi a cui aveva rinunciato da tempo, continuò a muoverli senza mistero, imitando la furba ottusità degli animali domestici.ma quando un giorno il Figlio al termine di un silenzio che la Sposa giovane trovò di una durata perfetta, si girò verso di lei e le fece una semplice domanda, lei invece di rispondere, usò ciò che per sei anni aveva tenuto in serbo per lui e lo baciò.
provoca una sensazione sgradevole la lettura de la sposa giovane, e non mi riferisco, per carità a quelle frasi bucoliche del tipo: l'odore aspro ecc.
ti senti come a teatro, davanti ad un'illusionista che "estrae" il coniglio dal cilindro, e nonostante il trucco venga mostrato in traspareza, il mediocre illusionista vuole convincerti che si tratta di magia.