mercoledì 30 novembre 2016

Giuochi linguistici

Visione improvvisa
Due gambe lunghissime...
Fasciate di nero
Gli arabeschi salgono rapidi
La gonna è tutta un fremito

Le sfilai le mutandine
Un profumo si liberò nell'aria gelida del mattino
Ma dentro c'era un calore indescrivibile

Nessuno resisteva a quello sguardo indagatore.
Teneva sempre gli occhi chiusi e qualche volta, molto di rado, spalancava i grandi occhi castani solo per un attimo, poi li richiudeva ma bastava  perché  intorno a lei si produceva un odore acre, si sentiva lo schianto dei cadaveri.

domenica 27 novembre 2016

Era una mattina d'inverno...



Era una mattina d'inverno e faceva molto freddo ma nella grande aula molto riscaldata una ragazza si toglieva il cappotto, poi il maglione di lana, i seni prosperosi lottavano colla maglietta  molto aderente, quindi poggiava lo zainetto per terra lo accostava alla gamba della sedia, stendeva la pila di  libri e quaderni sul tavolo e finalmente... adagiava la schiena sulla spalliera, allungava le gambe sotto il tavolo  socchiudeva gli occhi , prima però aveva dato un'occhiata furtiva all'intorno,  voleva la conferma di ciò che aveva intravisto colla coda dell'occhio quando era entrata a grandi falcate, quasi di corsa.
Sorrise coententa dentro di se, cominciò a sfogliare le pagine del grosso libro illustrato ma mentre sfogliava le  pagine si ricordò che non aveva preso il caffè, si alzò di scatto e con due rapidi passi fu davanti al distributore automatico.
Lui era lì, accanto al distributore, pericolosamente vicino, la   avvolse nel suo mantello e la baciò. Le lingue si intrecciavano mentre cavalcavano nella landa sterminata sotto un cielo trafitto dai fulmini

venerdì 25 novembre 2016

le righe della pagina

 Ha i capelli scuri e lisci, straordinariamente lunghi, lui le sta davanti, il tavolo in mezzo, e la guarda. Ammira gli occhi azzurri che inseguono le righe della pagina, il viso da bambina colle guance paffute e il naso adunco che invece indica un pensiero maturo. La sta guardando da chissà quanto tempo, quella visione lo ha estasiato o forse si è addormentato e un suono forte e stridulo lo fa sobbalzare.

Cosa vuole, perché mi fissa a quel modo? Il suono di quella voce adesso gli  giunge familiare, perché si rilassa e cerca d'istinto i suoi occhi, sono freddi e inespressivi come sempre,   stringe le labbra carnose e tira colla mano la manica del maglione cosicché dal collo sporgente vede affiorare la spallina del reggiseno nero.