lunedì 31 agosto 2015

il suono forte e stridulo li sorprende, li diverte...

Il suono forte e stridulo li sorprende, li diverte, adesso tutti e tre si mettono a battere il coperchio, ripetutamente, come si divertono, ridono di gioia, sembrano quasi dei bambini!
Io pero` non mi diverto affatto e allora vado via.
Percorro tutto il vicolo fino ai portici del Regio che danno su piazza castello.
Dentro una nicchia addossata al teatro un uomo che dorme. Muove le labbra come fosse un cavallo alle prese con la masticazione del cibo.
No, stava sognando la cavallerizza reale.

camminavo a fatica, i miei piedi trascinavano pesanti pensieri...

Camminavo con una certa fatica, i miei piedi trascinavano pesanti pensieri, era sera, la lunga via appartata era insolitamente animata, un flusso di gente convergeva all'ingresso di un grande cancello che si spalancava in quel momento. mi lasciai portare dal flusso e mi ritrovai dentro un vasto cortile, ai lati si alzavano muri di vecchi palazzi, in fondo al cortile un porticato e sopra, una vasta costruzione a più piani, l'intonaco cadeva a pezzi e si sentivano tonfi regolari.
Gruppi di giovani e adulti sparpagliati dentro il cortile, il fisico trascurato, i vestiti sciatti , le donne  sovrappeso,  hanno rozzi lineamenti e muovono le labbra come se parlassero tra loro, una musica zigana riempie il cortile, si vede un gruppo di uomini seduti , mani che agitano la fisarmonica, scuotono le corde di una chitarra, fanno scivolare l'archetto sulle corde di un violino.
Quella musica zigana mi fa venire sete, mi accorgo che sia le donne che gli uomini tengono bicchieri di plastica da cui bevono la birra.
Guardo più attentamente il cortile, a sinistra, in fondo, si apre un'altro cortile,  lì c'è un banco , spillano la birra alla spina che poi porgono alla piccola folla colà radunata.
Mi metto in fila, ma dura poco, i giovani al banco sono molto svelti, uno mi strappa la banconota dalla mano, mi dà la birra, mi dà il resto.
Ora mi avvicino colla birra al porticato, anche li` è radunato un gruppetto di persone.
C'è un ingresso e dentro, una specie di teatro,  a destra il pavimento che fa da palco e a sinistra una scalinata ricoperta da file di poltrone.
Sul pavimento ci sono donne che muovono i corpi, ora li distendono, ora li attorcigliano colle mani e le gambe, sembrano alle prese colle posizioni dello yoga, no, mi sento dire alle spalle , è un riscaldamento, tra poco comincia lo spettacolo.
Salgo la scalinata e mi siedo. C'è un uomo barbuto al centro del palco, poggia dei sassi sulla pancia delle donne che sono distese, si sentono delle note dal tono grave, un uomo sullo sfondo manovra una tastiera.
Un'altro uomo pizzica le corde di una chitarra,
i suoni acuti scuotono i corpi delle donne, anche l'uomo alla consolle fa partire le note acute, le donne si liberano dei pesi sullo stomaco, prima lentamente , poi sempre più decisamente.
L'uomo barbuto sfiora le braccia delle donne, poi le accarezza , le afferra, le donne sembrano elettrizzate, ora l'uomo le molla e quelle cadono di schianto.
Adesso l'uomo barbuto va verso il bordo del palco, c'è una finestra e addossati alla finestra un uomo e una donna, colpiscono un coperchio ,

sabato 29 agosto 2015

doblone

L'auto accostò al marciapiede, una mano aprì la portiera, l'uomo salì a bordo, l'auto ripartì.
- E` da più di mezzo'ora che aspetto.
- L'auto non voleva partire , l'abbiamo spinta e quando giravo la chiavetta era il cofano che si apriva di scatto. Ho frenato la macchina e guardato dentro il cofano, nessun segno di vita , solo il rumore delle ruote anteriori che si afflosciavano.
Ho chiamato il meccanico, quello è venuto, ha trascinato l'auto nell'officina, l'ha riparata, ma al momento di pagare non ho fiorini nelle tasche, ho qualche banconota dei vecchi euri.
Il meccanico non voleva gli euri, ma io l'ho capito, dopo tutti i guai che gli euri  hanno provocato, la crisi, la siccità...
- La siccità?
- Sì, in quel paese sfortunato, come si chiama, insomma, c'era una gran siccità, andava avanti da
parecchi anni  . Finalmente un famoso economista scoprì la causa della siccità, era provocata dall'uso della moneta sbagliata, quindi per far tornare la pioggia bisognava togliere gli euri dalla circolazione e tornare alla moneta di prima, il doblone.
- Chi era il famoso economista?
- Non lo conosci? Si chiama Capitan Uncino.
Capitan Uncino?
- Sì, il popolo di quel paese venne convinto da Capitan Uncino, tornarono al doblone e come per miracolo arrivo` la pioggia.
Solo che adesso hanno il problema opposto.
- E sarebbe? Sì, sì, ho capito, o meglio devo aver sentito qualcosa in tal senso.
Però, non mi hai ancora detto dove stiamo andando.
- Da nessuna parte, perché siamo arrivati.
L'uomo sterzo` a destra, imboccò una stradina
polverosa, il paesaggio era sabbioso, c'erano canneti qua e là, comparve il mare, vicino alla riva un bungalow, alla vista dell'auto che si avvicinava alcune donne in costume da bagno uscirono dal bungalow, poi circondarono l'auto.
L'uomo alla guida aprì il finestrino sorridendo.
- E` da più di mezz'ora che aspettiamo, disse la
donna...

giovedì 27 agosto 2015

Cognac

Si versò il cognac nel bicchiere, lo portò alla bocca, adagio` il busto sulla sedia, spostò la testa all'indietro, il cognac gorgogliava nella gola, sentì dei passi che si avvicinavano al tavolo, raddrizzò il busto, una gonna corta e stretta fasciava i fianchi di una donna, guardò in alto e la riconobbe dalla forma delle labbra.
Guendalina...




George e Mary

Si chiamavano George e Mary, erano colleghi giornalisti, lavoravano gomito a gomito, lei detestava il colore marrone scuro della pelle di lui, lui detestava il colore rosa delicato della pelle di lei.
Perciò litigavano e allora accorrevano numerosi i colleghi giornalisti, in quell' ufficio lavoravano almeno 300 giornalisti, George e Mary avvicinavano le braccia fino allo sfioramento e confrontavano le  rispettive pelli.
Le colleghe ed i colleghi palpavano e annusavano la pelle del braccio di Mary, soprattutto i colleghi palpavano e annusavano la pelle del braccio di George. Poi giudicavano e i giudicanti si dividevano in due partiti che si bilanciavano sempre.
Il direttore, un uomo calvo e grosso, si affacciava col sigaro in bocca dalla cabina in fondo all'ufficio, puntava la  mano sulla parete, incrociava le gambe  e guardava. Alla vista delle braccia che venivano annusate tirava mezzo sigaro, poi tornava di nuovo nella sua cabina.
Tutto questo un giorno finì.
George ricevette una lettera, c'era scritto che era stato licenziato, i motivi non venivano chiariti, ma non ce n'era bisogno, nell'ufficio non lo salutarono affatto, George prese la sua roba dalla scrivania e andò via.
Comprò una pistola e si mise a vagare per le vie della città, passò molto tempo e alla fine la incontrò. Non la riconobbe dalla faccia, lei nel frattempo era cambiata parecchio, la riconobbe dall'odore della pelle. George estrasse la pistola, la puntò sul corpo di Mary e cominciò a sparare.sentiva il rumore sordo delle pallottole che penetravano il corpo di lei, sentiva le urla che l'inondavano.
Lei crollo` per terra e si rilassò tutta.
George invece era ancora tutto teso, aveva il respiro affannoso, guardava Mary ma desiderava raggiungerla. Infilò la canna della pistola nella bocca e premette il grilletto con il dito.
Il proiettile attraversò la testa di George e sbucò dalla nuca, frantumò il vetro della finestra della casa di fronte, alcuni bambini si affacciarono alla finestra, videro la folla che circondava i corpi di George e di Mary , gridavano per richiamare l'attenzione della folla, ridevano perché nessuno volgeva lo sguardo su di loro.



venerdì 14 agosto 2015

amica di sempre

Ecco, la notte insonne è venuta.
Non l'hai cercata,  e non hai impedito che venisse. I dadi rotolavano e rimbalzavano , poi si disperdevano, infine si sono fermati di colpo.
Ascolti una vecchia canzone nella bettola in fondo alla valle, sorrisi di uomini e donne che ballano, senti la carezza del freddo sul volto, sollevi il bavero della giacca, ti alzi, cammini fino alla stazione.
La diligenza parte alle sei, ti risponde controvoglia l'uomo che è disteso sulla panca, stava dormendo, lo avverti perché la tua domanda l'ha contrariato, ma tu ringrazi lo stesso, ti siedi sulla'altra panca , il tepore della sala d'attesa ti rilassa, finalmente puoi lasciarti conquistare dalla tua amica di sempre,
l'insonnia