Era una stanza di media grandezza con le pareti di legno ed un tetto particolarmente basso; ero seduto sul pavimento al centro della stanza, le gambe incrociate e il busto eretto, davanti a me un tavolino e poggiata sul tavolo una tazza d'argilla di rozza fattura.
Se volevo muovermi nella stanza , oppure uscire, non potevo alzarmi, avrei sbattuto la testa contro il soffitto, potevo solo strisciare carponi le ginocchia e le mani per terra, una faccenda piuttosto complicata, per cui era meglio restare seduto.
In un'angolo della stanza c'è un'uomo di bassa statura , è in piedi, ha il codino e guarda con aria assonnata un recipiente poggiato s'un fornello acceso. Quando l'acqua nel recipiente inizia a bollire, (me ne accorsi dal rumore del gorgoglio), costui toglie il recipiente dal fornello e un rotolo di seta grigia frusciante si sposta rapido nella stanza come fosse un tornado.
D'un tratto mi si para davanti un vecchio col pizzetto e la barba rada, era sicuramente un cinese, un timido sorriso gli increspa il pallido viso, questo cinese, ma può darsi che fosse giapponese o cambogiano, posa sul tavolo un vassoio, sul vassoio la caraffa d'acqua bollente e una ciotola, versa nella tazza l'acqua bollente e una polvere verde prelevata col mestolo dalla ciotola.
Un'odore pungente mi pizzica il naso, mi strofino il naso col dito, poi mescolo con un frustino l'infuso, adesso ha un colore delicato, come di giada, avvicino l'infuso alla bocca, ne bevo un sorso, ha un sapore aspro ed amaro, ci vuole lo zucchero, penso , ma il presunto cinese pare abbia letto nei miei pensieri, sembra contrariato, muove il dito indice sulle labbra appuntite, io però sono imbarazzato, l'intruglio è imbevibile, una folata di vento spalanca la finestra, un turbine di foglie riempie la stanza, le foglie cadono giù come una pioggerella, la finestra si richiude lentamente, sono ricoperto di foglie, anche la mia donna è ricoperta di foglie, soffio vigorosamente, le foglie volano via, lei prende la tazza dagli orli seghettati, l'avvicina alle labbra, beve tutto il contenuto, poi avvicina le sue labbra alle mie labbra, adesso le nostre bocche si congiungono, è la cerimonia del tè.
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