Era un auto nera, dal design accattivante, affusolata come lo sono i delfini o gli squali, a vederla avevi l'impressione che l'automobile dovesse prendere lo slancio per tuffarsi nel fiume che scorreva vicino alla piazzetta. Invece l'auto rimaneva lì ferma mentre il fiume scorreva rapido, indifferente a tutto.
Sul viale frondoso che affiancava l'argine del fiume c'era una ragazza seduta su una panchina, aveva poggiato la bici sulla ringhiera e leggeva un libro, le gambe accavallate, la bottiglietta di acqua minerale a portata di mano.
In fondo al viale un uomo cronometrava correndo la corsa del suo cane, un altro uomo sonnecchiava seduto su una panchina lontana.
Lo spettacolo dell'auto, del fiume, della ragazza e tutto il resto mi aveva distratto per parecchio tempo, alla fine tornai in me, chiusi la finestra del balcone e controllai l'orologio.
S'era fatto tardi, calava il crepuscolo sulla piazza, chiusi il laboratorio ed uscii di casa. Quella notte ci sarebbe stata la luna piena, sentivo un ululato lontano, il sangue mi guizzava nelle vene.
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