venerdì 23 agosto 2019

Ascensore





Ero dentro l'ascensore, ero salito al quarantesimo piano, l'ultimo piano della biblioteca e l'ascensore scendeva. L'uomo al mio fianco aveva premuto il pulsante col numero zero, doveva scendere al piano terra, io invece dovevo arrivare al ventesimo piano  però non premevo il pulsante col numero   venti e mi limitavo a osservare  la fisionomia dell'uomo al mio fianco.
Era slanciato, aveva pantaloncini corti che scoprivano le gambe lunghe e affusolate, anche il torace era gonfio come se l'uomo si sforzasse a trattenere il respiro, ma in realtà non tratteneva niente, anzi respirava in modo quasi impercettibile.
Dunque quest'uomo aveva uno strano copricapo, una cuffia  molto gonfia che racchiudeva una chioma evidentemente molto folta. C'erano delle sottili ciocche di capelli ricci che uscivano tutt'intorno alla cuffia, ne uscivano in continuazione, come se tutta la chioma avesse una gran voglia di liberarsi della cuffia.
Io guardavo intensemente quell'uomo sconoscito ed ero imbarazzato ma pure incuriosito e  mi aspettavo di vedere la folta chioma di capelli liberarsi della cuffia e schizzare tutt'intorno.
L'uomo al mio fianco invece era del tutto indifferente come se il forte naso adunco, che vedevo solo di profilo, non sentisse affatto la mia presenza.

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