giovedì 15 ottobre 2015

schiuma di mare

Mi sedetti sulla poltrona di pelle nera, era comoda, distesi braccia e mani, era morbida al tatto, l'odore della pelle, della vernice, mi colpì,  e vidi un uomo venirmi incontro, teneva una grossa pelle beige sotto il braccio, ti va di vedere il colore? disse, mi passò davanti,
distese la pelle nella cabina luce, accesi la lampada diurna e poi quella a fluorescenza,
hai controllato il metamerismo quando hai preparato il colore? Non era una domanda di Giuliano, era una formula propiziatoria che si adoperava sempre quando si faceva la verifica della pelle di prova prima di mandare il produzione l'intero lotto.
Buttai con un ampio ma lento movimento del braccio il campione sulla pelle beige, quasi bianca, ma rimasi sorpreso, il campione , di un bel colore azzurro mare risaltava parecchio in mezzo a tutto quel bianco.
 Cos'è successo, esclamai, sul fusto c'era scritto "schiuma di mare" e quello è il colore del lotto, disse Giuliano, e mi mostrò la scheda di produzione del lotto.
A questo punto volsi lo sguardo severo sul mio aiutante, un giovane dall'aspetto di un bambino, le guance paffute e gli occhiali dalle spesse lenti , così spesse che non riuscivo mai a capire come facesse a pesare le decine di formule colore che gli davo tutto il santo giorno  , a etichettare i fusti, fare l'inventario del magazzino senza sbagliare mai.
Mi guardò imbarazzato, era rigido,  teneva le mani nelle tasche del camice ma  il rumore delle penne e dei pennarelli che sfregava in continuazione mi era alquanto molesto.